Sbilanciamoci!: fuori dalla crisi con un nuovo modello di sviluppo

ECONOMIA – La crisi c'è e si vede. E nessuno oggi sembra più volerlo negare, pena la totale perdita di credibilità (e di voti futuri). La nuova finanziaria 'taglia e ritaglia', sottraendo risorse preziose a settori vitali, ed infrangendo le promesse sulle quali si era giocata la carta delle elezioni: per citarne solo alcune, la sicurezza (vedi la polizia che lamenta tagli selvaggi alle risorse; insieme al Ministero delle Pari Opportunità cui è stato sottratto l'80% delle disponibilità di budget), e la salute (vedi la protesta dell'Unicef che ancora attende 130milioni di euro del fondo globale per la lotta all'AIDS ed altre malattie). In questo contesto, la campagna Sbilanciamoci!,  cerca -da 7 anni - di fotografare come si vive in Italia, attraverso indici di qualità, sostenibilità ed equità. Da sette anni presenta un rapporto (disponibile qui quello del 2010) "che contiene le proposte alternative alla finanziaria e agli altri decreti anti-crisi" presentati dal governo, per una "economia diversa, al servizio della società e delle persone"


Un «elenco di come trovare i soldi e di come spenderli in modo diverso per uscire dalla crisi con un nuovo modello di sviluppo, sostenibile e di qualità: dalla parte del lavoro, dell'ambiente, dei diritti, della pace. 40 miliardi da spendere in due anni per sostenere un'economia diversa, al servizio della società e delle persone, non degli speculatori e degli inquinatori


Nella “contro-finanziaria” proposte come estendere gli ammortizzatori sociali ai lavoratori delle piccole e medie imprese e ai precari, costruire impianti fotovoltaici, aprire nuovi asili nido, strutture per disabili ed anziani non autosufficienti, reintrodurre il reddito minimo d’inserimento per i disoccupati. Le risorse per tutto ciò? Reperibili attraverso la lotta all’evasione fiscale, la tassa patrimoniale, la riduzione delle spese militari, la rinuncia alle grandi opere, prima fra tutte il ponte sullo stretto ed infine la riduzione di una parte della spesa pubblica.

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