Ambulatorio soccorso rosa: i dati dell'ospedale San Carlo
MILANO - Hanno in media 38 anni e sono italiane. Ogni giorno, dal marzo scorso, una o due di loro si è presentata al nuovo Ambulatorio soccorso rosa dell'Ospedale San Carlo di Milano a seguito di una aggressione, spesso provocata dal proprio partner. Infatti, tolte le vittime di violenza da parte di estranei (circa il 20%, che vengono dirottate al Soccorso violenza sessuale della clinica Mangiagalli), il 62% delle donne arrivate nel periodo oggetto della ricerca ha dichiarato di aver subito violenza da un membro della famiglia, il 12% non ha voluto rivelare l’aggressore mentre il 7% ha dichiarato cadute accidentali...
Sono i dati sulla violenza domestica contro le donne raccolti dal nuovo servizio del pronto soccorso dell’ospedale San Carlo, che in pochi mesi si è distinto per il lavoro in rete con le altre strutture sul territorio impegnate sul fronte dei maltrattamenti contro le donne.
“Le fasce di età più colpite (dai 25 ai 34 anni quella in cui si concentra il maggior numero di violenze, ndr) ci parlano di una forte crisi del rapporto uomo donna -dice Maria Grazia Vantadori, chirurgo al pronto soccorso del San Carlo-. In una società sempre più maschilista, la donna si cerca degli spazi e l’uomo lo vive come una perdita di potere. Reagendo a volte con il simbolo per eccellenza del potere: l’esercizio della violenza”. Non stupisce, quindi, che il fenomeno riguardi tutte le classi sociali e che si esprima in modi a volte sottili: “La prognosi di dimissione per questi i casi di violenza è in media lieve, intorno ai 7 giorni. Ma il maltrattamento ha molti volti -spiega Vantadori-. Ho in mente il caso di una donna che, dopo violenze ripetute, aveva trovato la forza di andare via di casa. Il marito ha cominciato a sottoporla a molestie di ogni tipo: dagli sms contenenti minacce, alle telefonate notturne, ai pedinamenti nei luoghi pubblici. Senza essere perseguibile dalla legge, quell’uomo ha trovato il modo di violentarla ancora, in modo sottile e perverso”.
Episodi come questo sottolineano come l'aiuto, in questi casi, sia un procedimento complesso e non possa fermarsi all’assistenza medica. “Nel 2000 -ricorda Vantadori-, quando cominciai a occuparmi sempre più spesso dei casi di violenza che arrivavano in pronto soccorso, mi resi conto di quanto impreparata fossi a rispondere alle esigenze delle donne disperate che si rivolgevano a me per chiedere aiuto. Cominciai a richiedere la collaborazione di altre figure professionali all’interno dell’ospedale: gli psicologi del nostro centro di Psicologia clinica, gli assistenti sociali del Centro di ascolto donne immigrate, e poi psichiatri, ginecologi, pediatri e ostetriche”.
Un lavoro di squadra che è stato istituzionalizzato nel marzo 2007 con la creazione dell’Ambulatorio soccorso rosa. La nuova realtà verrà presentata durante un ciclo di incontri organizzati dal Consiglio di zona 7 sul tema della violenza: primo appuntamento domani, martedì 12 giugno, alle 14.30, presso la Biblioteca Sicilia di via Luigi Sacco 14. Dopo l'incontro introduttivo, dal titolo 'Cambiamenti sociali e culturali: approccio all’interculturalità', gli appuntamenti successivi del corso si terranno nel mese di settembre. Ecco date e titoli: mercoledì 12 'La violenza domestica: chi ti dà il diritto di togliermi i diritti?'; mercoledì 19, 'La violenza sessuale'; mercoledì 26, 'La tutela della vittima e criteri operativi'.“Siamo convinti che sia necessario -spiega Diana De Marchi, consigliera in zona 7- non solo attivare un processo di sensibilizzazione, ma anche mettere in cantiere interventi concreti. Per questo abbiamo pensato a un vero e proprio corso strutturato su più incontri. E speriamo che questo sia il primo passo per la costituzione di uno sportello di aiuto attivo sul nostro territorio”. Il servizio Ambulatorio soccorso Rosa è attivo il lunedì e il giovedì dalle 13.30 alle 15.45 e il martedì, mercoledì e venerdì dalle 8.30 alle 13.00, telefonando allo 02.40.22.24.86. (Stefania Cecchetti)
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