DL prostituzione: le proposte delle associazioni

Nella visita estiva al centro antiviolenza della provincia di Roma, il Ministro Carfagna aveva potuto verificare i risultati positivi ottenuti grazie alla possibilità di denunciare sfruttatori e trafficanti di donne. Donne e bambine stuprate e costrette alla prostituzione avevano potuto sottrarsi alla tratta, alla schiavitù, alla morte, tornare a scrivere un progetto di vita. Il Ministro Carfagna annuiva e sorrideva. Negli incontri con numerose associazioni tra le quali:Caritas Italiana, Gruppo Abele,Asgi, Associazione on the Road, Cnca, Comitato per i diritti civili delle prostitute, Consorzio Nova, Dedalus, Save the children, le era stata segnalata l’esigenza di tenere in considerazione oltre la “sicurezza” dei cittadini , la tutela dei diritti delle vittime di sfruttamento sessuale, sostenendo processi di inclusione sociale per chi vuole uscire dalla prostituzione e chiede un’alternativa e la lotta alle bande criminali che il traffico lo organizzano e gestiscono per strada e al chiuso dei clubs. Il ministro Carfagna annuiva e sorrideva, apparentemente comprensiva.

Oggi, il disegno di legge che porta il suo nome non tiene in alcun conto le esperienze positive realizzate in questi anni, che hanno fatto dell’Italia un punto di riferimento a livello internazionale relativamente alla tutela delle vittime di sfruttamento e di tratta , che ha permesso di proteggere e proporre una nuova vita a queste , e, al tempo stesso ha favorito la denuncia degli sfruttatori. Carfagna “pulisce” le strade d’Italia dall’immondizia della prostituzione e così sia.

La collaborazione tra enti pubblici, associazioni, e comunità locali che si erano segnalati per impegno ed originalità degli interventi viene cancellata. Non si parla affatto di ratificare la convenzione del Consiglio d’Europa contro la tratta, men che mai di interventi a favore dei minori italiani e/o stranieri prostituiti.

Le associazioni sottolineano che la prostituzione non è soltanto una questione di ordine pubblico ma anche una questione sociale . Vietare la prostituzione per strada non è soltanto inefficace ma anche controproducente; la prostituzione e esercitata anche da persone con serie difficoltà economiche e sociali; la tratta e la riduzione in schiavitù non si combattono tenedo al chiuso le vittime lontane da ogni possibilità di intervento di associazioni e polizia; le multe non favoriscono le possibilità di affrancamento....

Il documento "Prostituzione e tratta, diritti e cittadinanza - le proposte di chi opera sul campo" a cura delle associazioni è stato indirizzato ai ministri Carfagna, Sacconi, Maroni e Alfano. Oltre 50 enti hanno già aderito e molte altre adesioni stanno giungendo.

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