Baby Tax: ridurre l'Iva sui prodotti per l’infanzia

ROMA - Uno studio di Krls Network of Business Ethics elaborato per conto dell’Associazione Contribuenti Italiani, rivela come, in termini di IVA sui prodotti per l’infanzia, ogni bimbo versi al fisco “1.100 euro all’anno”: «gli alimenti per la prima infanzia –si legge su La Repubblica del 29 settembre- soprattutto sino al terzo anno di età, incidono per il 22% sul bilancio familiare». Cifre notevoli se si considera che ogni anno nascono nel nostro paese più di 550mila bambini, e che «nel primo anno di vita ogni bambino versa al fisco per l’acquisto di beni di prima necessità in media 1.100 euro di Iva». Cifre da scandalo, se si considera l’applicazione dell’Iva ordinaria su questi prodotti mentre «beni di lusso come l’oro» ne sono totalmente esentati.

Per richiedere dunque almeno l’applicazione dell’Iva a tariffa agevolata su questi prodotti di prima necessità il 4 ottobre a Roma Roberta Angelilli, delegata del sindaco di Roma per le Politiche per la tutela dei diritti dei minori rilancia la petizione europea con una iniziativa per la raccolta di firme, che porta sulla scalinata del Campidoglio diecimila peluche. “Abbassare le tasse è un obiettivo di concretezza che permetterebbe un risparmio nel bilancio familiare fino al 20% su ogni prodotto, dai pannolini alle calzature. Solo nel primo anno di vita di un neonato si spendono circa 1.800 euro per il latte, non meno di 700 euro per il corredo bebè, e circa 500 euro per i pannolini” spiega Angelilli. La petizione e' stata già firmata da molti sindaci di grandi città europee, incluso il sindaco della Capitale.

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