Diritti umani: i diritti di GLBT e il Vaticano

ONU - I diritti delle persone Gay, Lesbiche, Bisessuali, Transessuali sono diritti umani. E’ questo il concetto al centro dello “statement” presentato il 18 dicembre dalla delegazione Argentina alle Nazioni Unite. La proposta di depenalizzazione universale delle relazioni omosessuali (che in nove paesi sono tuttora soggette alla pena di morte) ha ottenuto l’adesione di 66 paesi. Viceversa la controproposta, presentata dalla Siria, ha  ricevuto 58 adesioni. Dei 192 stati che compongono l’assemblea soltanto 124 hanno preso posizione, gli altri 68 non si sono, al momento, espressi.

Anche il Vaticano non ha preso posizione nella giornata del 18, e la dichiarazione di Monsignor Migliore , di apprezzamento per l’impegno contro le discriminazioni verso le persone omosessuali non faceva certo presagire la netta posizione di chiusura e ostilità che il giorno dopo, 19 dicembre, sarebbe stata pubblicata sull’Osservatore Romano.

 

Il giornale del Vaticano attacca i concetti di orientamento sessuale e identità di genere e accusa il documento di annullare le differenze tra uomo e donna, di legittimare le unioni gay e perfino di mettere a rischio la “libertà religiosa” (sic!).

Con queste dichiarazioni il Vaticano si chiera -di fatto- a favore della proposta della Siria, e sostiene che : 1) il principio  di discriminazione non esiste, perché non esiste un diritto basato su orientamento sessuale e identità di genere; 2) il principio di non discriminazione in base all’orientamento sessuale e al genere legittimerebbe pedofilia e bestialismo (che vengono a torto - e malignamente - definiti orientamenti sessuali); 3) la decriminalizzazione sarebbe una violazione del principio di sovranità nazionale.

All’Osservatore Romano glielo ha telegrafato sicuramente Dio di scendere in campo così brutalmente!

 

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