La libertà di tutti nella ricerca scientifica

DIRITTI - Mentre da tempo parlamentari della Repubblica italiana incitano al boicottaggio di un farmaco abortivo usato in tutto il mondo, (parliamo della pillola RU486) ed in Parlamento fatica ad essere messa all'ordine del giorno la discussione delle richieste di leggi sul testamento biologico e sull'eutanasia -seppure accompagnate dal consenso della maggior parte degli italiani- l'onda d'urto reazionaria sollevata della chiesa cattolica porta "nuove crociate*" che non riguardano solo l’Italia: «educazione civica in Spagna, proposta francese di depenalizzazione dell’omosessualità all’ONU, aborto in Cile, eutanasia in Lussemburgo, staminali e nuova amministrazione USA, solo per menzionare alcuni dei tantissimi fronti aperti. Ma non si tratta solo di Vaticano: ricercatori e liberi pensatori sono il primo bersaglio nel mirino della violenza fondamentalista, in ogni parte del mondo.» La questione, dunque, non è nuova.

In questo contesto, e per contrastare tale stato di cose, la forza e la parola ritornano a guardare all'Europa: dal 5 al 7 marzo 2009, presso il Parlamento europeo di Bruxelles, «l’Associazione Luca Coscioni organizza il Secondo incontro del Congresso mondiale per la libertà di ricerca scientifica. Con il sostegno del Partito Radicale Nonviolento, per tre giorni ministri, Premi Nobel, scienziati e cittadini si confronteranno su idee e azioni per difendere la ricerca e la democrazia […]”». Presiede alla prima sessione, dal titolo "Passato e futuro della Libertà Scientifica," Emma BONINO, vice-presidente del Senato italiano, e già Commissario europeo.


*(Articolo di Marco Cappato)

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