Tumore al seno: servirebbe un vaccino

SALUTE DONNA - Nei paesi occidentali il cancro al seno uccide di meno. Ma il numero di donne colpite è in aumento. Ci vorrebbe un vaccino, secondo Valerie Béral, epidemiologa all'Università di Oxford, "ma nessuno ci vuole investire".

Perché aumentano i tumori del seno?

"In Europa e in Usa le donne hanno ridotto drasticamente il numero delle gravidanze. Dagli studi che ho coordinato negli ultimi dieci anni emerge chiaramente che fare pochi figli è il primo fattore di rischio per il cancro al seno. I cambiamenti ormonali connessi alla gravidanza e all'allattamento proteggono dalla malattia".

Com'è utilizzata questa informazione?

"Nessuno fa ricerca per scoprire quali siano gli ormoni che proteggono dal tumore al seno.
Ma l'epidemiologia ci sta dicendo che per sconfiggere la malattia bisogna lavorare a un vaccino che replichi il meccanismo protettivo innescato dai cambiamenti ormonali durante gravidanza e allattamento".
Un vaccino?

"Abbiamo tutte le conoscenze che servono per metterlo a punto. Ma nessuno ci vuole investire".
Perché?
"È quello che ho chiesto al National Cancer Research Institute. Credo che oggi la medicina, almeno in questo campo, si preoccupi di sfornare nuove cure in tempi brevi. Lo studio di un vaccino, invece, richiederebbe minimo dieci anni. E oggi si preferisce investire in progetti con ritorni a breve termine".

 

(l'Espresso 30 gennaio 2009)

  • Visite: 5038
© 2020 www.power-gender.org
Power&Gender Testata giornalistica online Gestione semplificata ai sensi del'Art. 3bis, Legge 103/2012 Direttrice responsabile: Eva Panitteri