Premier/Noemi: sulla vicenda si faccia chiarezza

ROMA - A seguito dell' inchiesta de La Repubblica sulle perplessità destate della vicenda Premier/Noemi, e la richiesta del giornalismo di indagine di fare chiarezza, una nota dell'ufficio stampa della presidenza del Consiglio dei ministri lamenta "Invidia e odio" nei confronti del Premier. Prende posizione il Comitato di redazione di Repubblica: "I giornalisti hanno il diritto/dovere di porre domande."

Nota dell'ufficio stampa della presidenza del Consiglio dei ministri: "Invidia e odio nei confronti di un presidente del Consiglio che ha raggiunto il massimo storico della fiducia dei cittadini: sono palesi i motivi della campagna denigratoria che la Repubblica e il suo editore stanno conducendo da giorni contro il presidente Berlusconi".

Posizione del Comitato di redazione di Repubblica: "I giornalisti -scrivono i rappresentanti della redazione- hanno il diritto/dovere di porre domande. Domande a cui si possono dare risposte diverse, anche critiche. O si può anche non rispondere. Ma è inammissibile che si risponda, invece, con insulti e minacce ai giornali, ai giornalisti e agli editori. "Ed è ancora più inaccettabile che lo faccia una figura istituzionale, come è il presidente del Consiglio. Diventa, nei fatti, un attacco diretto alla libertà di stampa e alla sua funzione democratica. E questo deve preoccupare i cittadini e tutte le istituzioni. Per quel che ci riguarda, continueremo a fare domande, senza farci condizionare da nessuno".

Nota della Federazione Nazionale della Stampa Italiana: "Le domande dei giornalisti per quanto scomode non sono assimilabili ne considerabili come militanza politica. Chi è investito di pubbliche responsabilità è chiamato a rispondere. […] E' stupefacente inoltre che il capo del governo oltre a non rispondere, replichi con insulti e allusioni. Invocando una sorta di potere supplementare, che non gli appartiene, per indirizzare messaggi a giornalisti e a un editore, in questo caso quello di Repubblica, assumendo il criterio che le loro funzioni in un giornale siano la stessa cosa. Evidentemente l'abitudine a vivere un permanente enorme conflitto di interessi, lo porta fuori strada".

 

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