ARTE Due curatrici per gli Uliveti d’Autore

ARTE LAB – Viaggiare tra il bello e l'arte accompagnati da un innato misticismo è sempre possibile attraverso l'opera di Vincent van Gogh. Nonostante abbia creato diversi dipinti in serie durante la propria carriera e la creazione di "sequenze" ne caratterizzi la produzione artistica, la serie dedicata agli uliveti, pare fotografare l’animo dell’artista in un momento estremamente particolare. Quando venne realizzata infatti - tra il giugno e il dicembre del 1889, periodo che lo vide soggiornare nel sud della Francia a Saint-Rémy-de-Provence - l'artista era nel pieno del suo noto crollo psicologico.

Questi dipinti, realizzati osservando quelli che potrebbero essersi rivelati mistici luoghi scrigno di affascinanti bellezze e di serenità, sono stati raccolti in una mostra loro dedicata, solo grazie alla sinergia tra due realtà espositive come il Dallas Museum of Art (DMA) e il Van Gogh Museum di Amsterdam e se la prima esposizione termina domenica 6 febbraio 2022, dall’11 marzo al 12 giugno 2022 la mostra tornerà di nuovo disponibile, in Europa, nella capitale olandese.

«Questi affascinanti dipinti occupavano chiaramente un posto importante per Van Gogh all'interno della sua opera, il che rende molto più sorprendente che non fossero ancora stati oggetto di uno studio o di una mostra dedicati», hanno affermato le curatrici Nicole Myers e Nienke Bakker. «Dopo anni di ricerca, siamo entusiasti di riunire per la prima volta la serie degli uliveti per il pubblico negli Stati Uniti e in Europa e di presentare al contempo nuove entusiasmanti scoperte sui dipinti e sull'artista».

I quadri qui raffigurati:

1) Vincent van Gogh, Olive Trees, June 1889, oil on canvas, National Galleries of Scotland. Purchased 1934. Photo © National Galleries of Scotland

2) Vincent van Gogh, Olive Trees, June 1889, oil on canvas, The Nelson-Atkins Museum of Art, Kansas City, Missouri. Purchase: William Rockhill Nelson Trust, 32-2. Image courtesy of The Nelson-Atkins Museum of Art, Media Services/Photo: Gabe Hopkins