TEMPO Primo fattore di disparità

PARITA’ & GENDER EQUALITY - La prima Strategia nazionale per la parità di genere, presentata lo scorso agosto dalla Ministra PO Elena Bonetti, ispirata alla Gender Equality Strategy 2020-2025 dell’Unione europea, definisce “la direzione delle politiche che dovranno essere realizzate e il punto di arrivo in termini di parità di genere”.

L’Italia risulta oggi al quattordicesimo posto in Europa per parità di genere, con un punteggio che la vede in una posizione di molto “inferiore alla media europea”.

La finalità generale della Strategia è: «Rendere l’Italia un paese dove persone di ogni genere, età ed estrazione abbiano le medesime opportunità di sviluppo e di crescita, personali e professionali, di accesso al mondo dell’istruzione e del lavoro, senza disparità di trattamento economico o dignità, e possano realizzare il proprio potenziale con consapevolezza di una uguaglianza garantita e senza compromessi in un paese moderno e preparato per affrontare la sfida dei tempi futuri».

Tuttavia, «in termini di partecipazione femminile al mercato del lavoro, qualità e segregazione dell’attività lavorativa in differenti settori, l’Italia si posiziona al 28° (e ultimo - ndr) posto in Europa». La differenza retributiva di genere invece oscilla dal 5% al 33% (ovviamente in meno per le donne), a seconda dei titoli di studio e dei settori lavorativi in cui sono impiegate.

Per non parlare della gestione del tempo. Tempo libero, tempo per sé (che le donne in genere non hanno) e tempo dedicato alla gestione dei carichi familiari, ancora anche qui nettamente a sfavore delle donne: «in Italia, il tempo dedicato dalle donne a famiglia e casa è significativamente sbilanciato, con l’81% di donne che vi si dedica tutti i giorni contro il 20% degli uomini (in confronto con il 79%-34% in Europa ed il 74%-56% in Svezia) e tale fenomeno si è, inoltre, significativamente inasprito in conseguenza al CoViD-19». Insomma, oltre a lavorare fuori le donne lavorano (e tanto!) anche in casa, mentre in genere in casa gli uomini, quando va bene, aiutano.

Siccome qui si viaggia ancora, in tutta evidenza, in una anacronistica terra del tempo degli stereotipi, «sono previste misure di natura trasversale, rispetto all’intera Strategia, che accompagnano le misure concernenti le cinque priorità strategiche (Lavoro, Reddito, Competenze, Tempo, Potere):

  • Introduzione della valutazione dell’impatto di genere di ogni iniziativa legislativa
  • Sostegno delle fragilità
  • Potenziamento delle statistiche ufficiali e rafforzamento della produzione di indicatori disaggregati per genere
  • Promozione di un linguaggio che favorisca il dialogo ed il superamento di espressioni o manifestazioni sessiste
  • Istituzione di un “Patto Culturale” tra il mondo istituzionale e tra questo e la società civile per garantire un’azione collettiva di promozione della parità di genere
  • Rafforzamento della promozione di role model per la parità di genere e per il superamento degli stereotipi di genere
  • Promozione della Medicina-Genere specifica
  • Considerazione dei fattori bloccanti dell'implementazione della parità di genere per l’implementazione della Strategia

Insomma, la gestione del tempo, per le donne dei tempi moderni sembra destinata a rimanere a lungo... cosa d’altri tempi! Perché spostare i pesi culturali, come per tutte le cose, richiede tempo. Quello che le donne non hanno e quello che si auspica il governo del Paese trovi per lavorare sulle misure strutturali e di natura trasversale che si è dato.

Qui il link al documento riepilogativo della strategia

 

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