Malalai Joya: ''Voglio ritornare in Parlamento''

MILANO - Parla la deputata afgana, 29 anni, sospesa dal Parlamento per le sue denunce scomode. "Voglio ritornare in Parlamento per continuare a denunciare i signori della guerra e i narcotrafficanti che vi siedono. E ho un sogno: portarli davanti a un tribunale perché rispondano dei loro crimini". Questa la denuncia di Malalai Joya, deputata sospesa dal Parlamento per il suo impegno contro la corruzione e i criminali di guerra, durante l'incontro "Afghanistan, 7 anni e 7 mesi di guerra", organizzato dall'eurodeputato Vittorio Agnoletto  il 23 maggio all'Università Statale di Milano.

Joya denuncia apertamente sette persone (tra ministri, deputati e generali afgani) coinvolte in crimini di guerra e traffici di droga ma che svolgono impunemente un ruolo politico. "E questa lista conta centinaia di nomi, molti dei quali vengono indicati anche da Human rights watch -aggiunge-. Come possiamo parlare di democrazia se il nostro parlamento e i nostri giudici sono infetti dai virus del fondamentalismo, della droga e della mafia?".

Nell'aprile 2007 il Parlamento afgano ha votato un'amnistia che garantisce l'immunità per tutti coloro che si fossero macchiati di crimini di guerra durante gli ultimi 30 anni. "Io e pochi altri ci siamo sollevati contro questa legge -aggiunge Malalai Joya- ma i fondamentalisti e i warlords controllano l'80% dei seggi". Un'opposizione che le è costata minacce di rapimento e la sospensione dal Parlamento: "Ma non mi arrendo. Ora ho trovato un avvocato e farò ricorso alla Corte suprema per essere reintegrata", conclude.

Inevitabile poi una riflessione sulle condizioni di vita in Afghanistan a sette anni dall'inizio della guerra: "Viviamo senza elettricità, in un clima di paura e terrore. Le condizioni di vita delle donne non sono affatto migliorate -dice-. Ma la soluzione ai nostri problemi non può venire dalla presenza di truppe straniere che, al contrario, garantiscono il potere dei signori della guerra, del narcotraffico, e spingono, indirettamente, la popolazione verso i talebani".

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