Impronte ai Rom? Stop della UE

Il Parlamento europeo approva una risoluzione che chiede al governo italiano di non procedere con la raccolta delle impronte ai rom (336 sì, 220 no, 77 astenuti). E non si tratta di una richiesta, ma di una vera e propria censura: "E' una discriminazione fondata su razza e origine etnica -secondo la maggioranza dei deputati di Strasburgo- vietata dall'articolo 14 della Convenzione europea dei diritti dell"uomo". La UE segnala, poi, come sia "inammissibile che per proteggere i minori se ne violino i diritti e si proceda alla loro criminalizzazione".
Lo stop di Strasburgo scatena le reazioni italiane:
per il ministro degli Esteri Frattini: voto politico e accuse infondate.
Cota (Lega): "Ideologica la risoluzione dell'Ue. Maroni vada avanti, i cittadini chiedono l'identificazione di chi vive nei campi".
Dal Viminale si attenuano i toni e si precisa: "impronte solo in quei casi in cui non è possibile una identificazione certa attraverso i documenti".
La sinistra: il ministro prenda atto del voto del PE.
Emma Bonino: "Un barlume di speranza su un'iniziativa sgangherata". 
Marazziti (Sant'Egidio): "Il Parlamento Europeo può aiutare l'Italia a trovare il modo più equilibrato per affrontare i problemi della sicurezza e dei Rom.
Secondo l'ex ministro della solidarietà sociale ed esponente del Prc Ferrero "é ora che Maroni si rimangi la sua folle decisione e, soprattutto, che i prefetti di tutt'Italia fermino immediatamente la schedatura dei bambini Rom".
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