La crisi della politica stupisce solo i politici

Nella scorsa legislatura, fra Camera, Senato e Parlamento Europeo, i soli pregiudicati erano 25, senza contare i condannati in primo e/o secondo grado […] nella nuova legislatura tra conferme, bocciature e new entry, abbiamo mantenuto la quota di 25 conannati definitivi, più 57 esponenti delle altre categorie penali: totale 82 […] Uno su dieci.”* Se la crisi della politica era alle porte, in un batter d’occhio ce la siamo ritrovata già entrata e ben accomodata! La crisi si vede, si sente, e si tocca con mano in una Italia dove tutto è precario e dove il capitalismo ruota intorno al proprio asse inseguendo il profitto (scalate bancarie, privatizzazioni selvagge, falsi in bilancio). Cos’altro ci si poteva aspettare? Quando la politica propone pregiudicati per rappresentarci in parlamento (pregiudicati che vengono pure pagati con le nostre tasse, e che godranno di laute pensioni) è credibile che la leadership si stupisca?


Destra e sinistra coincidono, lanciano slogan fotocopia, parlano la stessa identica lingua... Come fa la gente ad avere fiducia? Oggi che sono venute pure a mancare quelle grandi battaglie ideologiche che hanno caratterizzato gli anni ‘60 e ’70, si può far ricorso solo agli atti di fede.


Come nel calcio (Forza Italia non è certo un nome a caso!), oggi si sposa una “squadra”, e la si segue ad oltranza. La filosofia di mercato apparentemente ha funzionato, dimostrando però tutta la sua inutilità di fronte al bisogno di lavorare, di comprarsi la casa, di mantenere la famiglia senza impiccarsi per arrivare alla fine del mese.


In questo senso, cara la nostra classe politica, non c’è Nord né Sud che tenga, e la gente comincia ad accarezzare un’unica soluzione, finalmente comune: mandare tutti a casa! Leaders che hanno fatto il loro tempo, spesso incoerenti, spesso incartati in discorsi lontani dalle necessità delle persone, sono leaders che non piacciono più. Che non servono più!


Così, a destra come a sinistra, la gente pensa sia ora di far posto alle nuove generazioni: largo a donne ed uomini giovani e ad una rappresentanza in parità. Perché cambiare –e cambiare davvero- è l’unica soluzione possibile per uscire dalla crisi del Paese e della politica. O no?

 


 

*tratto da "Onorevoli wanted" di Gomez/Travaglio - Prefazione di Beppe Grillo

 


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