Separazioni ed affido, grandi dubbi sul DDL Pillon

DIRITTO DI FAMIGLIA - Dopo anni di attese per separarsi e divorziare (inizialmente 7 anni, poi 3), nel 2015 arriva il divorzio breve, e finalmente si chiude in pochi mesi e con poche spese (Legge 55/2015). La bulimia riformatrice dei gialloverdi, che li porta a pensare di poter/dover rimettere mano su ogni fronte, li vede oggi pronti ad introdurre nuove regole, per giunta maschiliste, in tema di riforma dell’affido. Il DDL  Pillon emanato in “attuazione al contratto di governo stipulato dalla maggioranza parlamentare” prevede infatti azioni abbastanza… stravaganti, quando non contraddittorie. Per chi si separa entra l’OBBLIGO d'informarsi sulla “mediazione familiare” (dandone prova), ‘supporto’ ovviamente a pagamento oltre i costi per gli avvocati. Introduce l’affido condiviso dei figli secondo “tempi paritetici” salvo poi non consentirlo se un genitore non ha possibilità di ospitarli in spazi adeguati (vedi Art. 11.2). Introduce l’eliminazione -salvo rari casi- dell’assegno di mantenimento a favore del genitore meno capace economicamente, «novità che però non tiene conto di coloro che non hanno un lavoro o che magari vi hanno rinunciato». I genitori, (vedi Art 15.1) potrebbero poi diventare ostaggio dei figli maggiorenni “non indipendenti economicamente”: il giudice, infatti, “valutate le circostanze, può disporre in favore dei figli maggiorenni non indipendenti economicamente e su loro richiesta il pagamento di un assegno periodico a carico di entrambi i genitori”. «Dal Governo del cambiamento ci si aspettava forse un aiuto concreto alle famiglie in difficoltà; invece rischiamo una riforma che, tra le tante storture, colpirà duramente chi è già in difficoltà.» Ma la politica, si sa, come diceva Robert L. Stevenson: «è l'unica professione per la quale non si considera necessaria alcuna preparazione specifica». (da: Familiar studies of men and book – 1882 – Pag 174)

PER APPROFONDIRE: leggi anche l'articolo di ANNAMARIA BERNARDINI DE PACE

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