Eluana Englaro: continua la "condanna a vita"

ROMA - Sospeso "temporaneamente" l'iter per il trasferimento di Eluana Englaro alla casa di cura Città di Udine, dove la donna in stato vegetativo persistente da 17 anni, avrebbe dovuto essere accompagnata per porre fine a questa lunga condizione di vita-non-vita. Il provvedimento è stato preso in attesa che i legali di Eluana e della sua famiglia "dimostrino che l'incursione del ministro Maurizio Sacconi non intacca la validità del decreto della Corte d'appello di Milano e della corte di Cassazione". Queste le dichiarazioni di Claudio Riccobon, amministratore delegato della struttura sanitaria, riferite all'atto di indirizzo che il ministero del Welfare ha inviato a tutte le Regioni italiane: nel documento si sottolinea come interrompere nutrizione e idratazione alle persone in stato di coma-vegetativo persistente non sia "legale" in Italia, nelle strutture sanitarie pubbliche, come in quelle private.

Dalla curatrice speciale di Eluana, l'avvocata Franca Alessio, giunge a questo punto la dichiarazione riportata da La Repubblica di come "l'unica strada" al momento percorribile sia "quella di chiedere alla cancelleria della Corte d'appello di emettere una formula esecutiva del decreto". "Vorrei ricordare che stiamo parlando di un caso che ha concluso tutto il suo iter giudiziario - ha detto ancora la curatrice - e che c'è una sentenza emessa nel nome del popolo italiano, dopo quello che è successo ieri mi verrebbe da dire che l'autorità giudiziaria non esiste più".

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