ITALICUM: I PUNTI CHIAVE DEI RICORSI contro la Legge elettorale di 5 tribunali

 -Il Tribunale di Messina censura le norme sul premio di maggioranza al primo turno che assicura 340 seggi alla lista che ottiene il 40% dei voti, «calcolando la percentuale sui votanti e non sugli aventi diritto al voto; sul premio al ballottaggio assegnato senza soglia minima di votanti; sulla clausola di sbarramento che esclude le liste che non abbiano superato la soglia del 3%; sul capolista bloccato mentre gli altri sono scelti con voto di preferenza; e infine le disposizioni per cui l’Italicum, valido solo per la Camera, si applica a prescindere dall’esito del referendum sulla riforma costituzionale».

- Il Tribunale di Torino solleva dubbi sull’attribuzione del premio al ballottaggio tra le liste più votate, «purché abbiano ottenuto il 3%; sul divieto al secondo turno di apparentamenti o coalizioni col premio che va a chi ottenga il 50% più 1 dei voti; sulla possibilità per il capolista eletto in più collegi plurinominali di scegliere il collegio in base valutazioni di opportunità, in assenza di un criterio predeterminato», si legge nel report dell’Ansa. 
-Il Tribunale di Perugia ha sollevato anch’esso questioni «sui capolista bloccati e sul premio che attribuisce 340 seggi alla lista che ottiene, su base nazionale, almeno il 40% dei voti validi o a quella che prevale al ballottaggio, escludendo collegamenti tra liste o apparentamenti tra i due turni di votazione».
- Da ultimo, i tribunali di Trieste e Genova «sollevano questioni sul turno di ballottaggio e sull'opzione del candidato capolista eletto in più collegi di scegliere a quale agganciarsi». (Niccolò Magnani)

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