Gramaglia, impegno come "orizzonte di libertà"
ROMA - MARIELLA GRAMAGLIA ha il curriculum di tutto rispetto di una donna politica capace, serena ed a proprio agio in ogni circostanza. Racconta in un pomeriggio romano, davanti ad un caffè, in modo elegante ed informale della sua decisione di cambiare lavoro per un un progetto che la porterà in India. Scelta che “nasce dalla necessità di guardare il mondo da un altro punto di vista”, dal voler evitare di trasformarsi in una “notabile”, e dal “desiderio di un nuovo spazio di libertà dopo 13 anni in politica”.
Anni in politica con slancio ed impegno, la vedono ricoprire la carica di Parlamentare (1987-1992), e quella di Assessora alla Semplificazione ed alle Pari Opportunità al Comune di Roma (sino a ieri o quasi). Una passione che inizia nel Sessantasette, periodo in cui la scelta può ancora dirsi semplicemente etica. “Oggi -considera- la vita politica pubblica è costellata dal risentimento e da rabbie di ogni natura” e popolata da persone afflitte da frustrazioni e che non si sentono abbastanza valorizzate.
Il pensiero corre a quanto quotidianamente rimandano i media, con il dibattito politico ormai in preda alla contrapposizione generale, alla critica ed alla lamentela…
La scelta della giovane Gramaglia trova invece le proprie radici nella necessità di “autonomia”, nel desiderio di incidere sui temi della pace internazionale, ma anche in una posizione critica nei confronti dell’autoritarismo accademico. Un bisogno di mettere insieme nuove idee e nuovi pensieri che si concretizzerà più tardi anche nell’incontro con le femministe, vissuto pure questo “come un momento di liberazione”.
“Un grande orizzonte di libertà”, non solo per una donna, ma per una intera generazione di donne che hanno immaginato e davvero cambiato le cose nel nostro paese.
Nonostante l’Italia oggi sia un luogo “che non aiuta a vivere bene” e nonostante la società ancora mantenga una forte connotazione maschilista, “chi è giovane non può nemmeno immaginare” cosa volesse dire essere donne 30/40 anni fa. Quando non era permesso neanche sapere cosa fosse la contraccezione. O quando il divorzio non esisteva, mentre la mentalità corrente non prevedeva per le ragazze nemmeno la semplice libertà di uscire.
Se molte cose sono cambiate lo si deve principalmente alle battaglie ed alla passione di chi in quei giorni riteneva che fare politica era lo strumento per incidere nella società; ma, al giorno d’oggi, quali opportunità si aprono ad una giovane che voglia intraprendere la stessa strada?
Gramaglia sconsiglia l’approccio diretto attraverso i partiti, preferendogli, invece, “esperienze di cittadinanza attiva, anche di genere” ad esempio attraverso la Casa internazionale delle donne (che a Roma rappresenta una bella opportunità). Grande valenza in questo senso si può attribuire anche alle associazioni di volontariato civico: ottime strade per consolidare le idee e per “affinare il gusto di relazioni paritarie”.
Un portato di esperienze complessive, quello di Mariella Gramaglia, che al Sindaco Veltroni, spiace veder prendere il volo, pur riconoscendole che, con la decisione di andare in India, fa una scelta che “le assomiglia”. Gramaglia sarà infatti impegnata in un progetto che prevede un “laboratorio politico sui diritti delle donne più povere”, attività che con la sua esperienza ha un grande tratto di continuità.
Non ha infatti dimenticato di sottolineare Veltroni al momento del "saluto pubblico" , come l’idea del Comune di Roma di costituirsi parte civile nei processi per stupro si sia concretizzata grazie alla sensibilità "che Mariella ha imposto su questo tema”.
Particolarmente attenta alla questione ed alle implicazioni della violenza sessuale, Gramaglia sviluppa ed affina la propria sensibilità quando, da parlamentare “negli anni più caldi della discussione istituzionale”, si ritrova a lottare per un cambiamento che parta “dall’impianto della legge” e dal confronto con le altre donne. Nell’esperienza di Roma, dunque ci si è domandato come si potesse “difendere in sede pubblica una offesa veramente molto privata”, arrivando a sommare a quanto già fatto prima, percorsi di accompagnamento delle donne anche nella fase processuale, per non lasciarle in solitudine, ed aprendo la strada per una riflessione che ne preveda al contempo “l’inserimento in una logica di sistema”.
L’India, “paese amato e seguito da sempre” diventa allora dopo queste esperienze, una sorta di crocevia, un punto di congiunzione tra un percorso di crescita più privato ed una necessità di rinnovamento squisitamente professionale. Non era semplice e nemmeno scontato, ma nelle corde della Gramaglia c'è la rincorsa a certe sfide!
Ovviamente è ancora presto per immaginare risvolti indiani, parlare di specifici obiettivi o anche solo di sensazioni: come per tutti i progetti i risultati si vedranno nel divenire.
Di questo incontro, apprezzo sia il carattere di informalità che i momenti di familiarità. Più di tutto amo la coerenza ed il ricorso -straordinariamente totale- al concetto di libertà che lo ha caratterizzato, sempre presente nel ripercorrere segmenti di storia di donne e del nostro paese.
- Visite: 11262