VENDEMMIA Quella vera e quella del turista

VINI & VIGNE Per avvicinarsi al vino consapevolmente - A causa delle condizioni climatiche fortemente umide la stagione 2023 ha visto viticoltrici e viticoltori disperarsi a causa della peronospora, un fungo che prolifera sui grappoli in condizioni di alta umidità attaccando gli acini, problema che in alcuni distretti ha fatto registrare perdite sino al 40% dei raccolti. Il 2023, inoltre, si classifica in Italia al terzo posto tra gli anni più caldi dal 1800, con temperature che hanno costretto a organizzare vendemmie precoci (in alcune zone già dai primi giorni di agosto) e prodotto uve meno acide rispetto al passato e con una maggiore concentrazione di zuccheri che porterà un aumentano di gradazione nei vini.
(Foto di Evie Fjord - Unsplash)
In questo scenario, quella vendemmia che mette in moto persone ed economie, da quest’anno apre anche alla presenza turistica regolamentata, ma secondo contingentamenti che nei fatti realizzano esperienze che la declassano a caricatura o mera rappresentazione teatrale.
I winelover prenotano e pagano un’esperienza che li vedrà arrivare in vigna accompagnati da una persona incaricata che farà da cicerone e accompagnerà la permanenza. Allo scopo di prevenire incidenti e infortuni, tutti dovranno indossare abbigliamento adeguato, scarpe chiuse e non sandali, guanti da giardinaggio (e sin qui nulla da eccepire) e un badge che li identifichi. Saranno poi divisi in piccoli gruppi e dotati di forbici e contenitori.
(Vigne Colline Bolognesi - Foto di Maurizio Saggion)
I filari dedicati alla cosiddetta esperienza di vendemmia saranno delimitati e segnalati con dei cartelli. Mentre il calendario la consentirà solo due giorni a settimana, così da renderla difficilmente conciliabile sia con le prenotazioni turistiche, costruite con logiche e tempistiche da weekend, sia con il momento giusto per la raccolta dell’uva, che probabilmente, prelevata troppo presto o troppo tardi e forse anche un po’ strapazzata, non verrà certamente mai utilizzata per farne del vino anche se non andrà sprecata.
Il turismo enogastronomico cerca sempre nuovi spunti e nuovi momenti di aggregazione. Eppure, benché l’esperienza sia nei desideri di molte/molti appassionati, a conti fatti, varrà la pena trasformare la vigna in un parco giochi per il divertimento di una mezzoretta contingentata? E porterà valide economie? A mio parere no, ma almeno si saranno trascorsi dei bei momenti in campagna e all'aria aperta.
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