RACHEL MORAN Il libro di una sopravvissuta

AUTRICI & LIBRI (Roma 12 ottobre 2017) - La foto di Simonetta Tosi appesa alla parete dell’omonima sala della Casa Internazionale delle Donne a Via della Lungara assisteva impassibile alla presentazione del libro di Rachel Moran dal tuitolo Stupro a pagamento - La verità sulla prostituzione. Durante la presentazione ha fatto irruzione in sala, innalzando cartelli, un gruppo di attiviste, sé dicenti “femministe”, di un collettivo di sex workers. Edda Billi, presidente dell’AFFI, presente all’incontro ha scritto su quanto avvenuto il comunicato che segue.

«Oggi , alla Casa internazionale delle donne, Rachel Moran, invitata dal collettivo Resistenza Femminista, ha presentato il suo libro, “Stupro a pagamento - la verità sulla prostituzione". Rachel è l’esperienza di una “sopravvissuta” che diventa soggetto politico. e ogni volta che ciò accade è un colpo per la decostruzione del patriarcato, come ha detto Elisa Ercoli , dell’Associazione Differenza Donna, nel suo bellissimo intervento. Perché questa è una pratica rivoluzionaria, una ribellione dirompente, perché realizza “rompere il silenzio” e “superare la vergogna per restituirla agli autori di violenza sottraendola alla vittima.” Mentre Rachel parlava c’è stata una irruzione violenta di una decina di giovani donne che si dicono “femministe” con cartelli inneggianti alla libera scelta del proprio corpo, inneggianti perciò alla prostituzione come “lavoro”. Donne del “collettivo ombre rosse”. Sono stati momenti di grande tristezza per chi, come me, ha sempre detto “chi vende il proprio corpo vende anche il mio!” Rachel non si è stupita: ci ha detto che queste irruzioni ci sono ogni volta che ha presentato il suo libro. Io ricordo solo a queste “compagne femministe” che le prostitute nel mondo sono circa il 2 per cento; le prostituite, di cui milioni di bambine prostituite, dovrebbero farle riflettere.»

Aggiungo un mio commento dopo aver letto il documento inviato dalle donne del "collettivo ombre rosse" che utilizzando -e stravolgendo- slogan femministi sono intervenute innalzando cartelli per sostenere che la prostituzione è Autodeterminazione. Hanno scritto che "c'è bisogno che una parte (?) del femminismo si interroghi sulla sua chiusura e rigidità rispetto a temi come questo". Io mi sono "interrogata" e confermo: fare la "schiava "delle voglie di un altro essere umano, incapace di condividere con altro essere umano voglie e piaceri in un mutuo reciproco scambio, ma dotato di "denaro per pagare", riguarda la scelta personale di chi vuole fare la "schiava" delle voglie altrui. E tutto questo non mi rende più "libera" come fa il femminismo, ma mi umilia.

 

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