POLITICA Velo, Jihad e nuova Siria

SIRIA – Con Assad e famiglia al sicuro in Russia e Ahmad al Sharaa, meglio noto come Al Jolani, al potere (il leader Jihadista, combattente islamista con Al-Qaeda in Iraq e che con l’aiuto della “democratica” Turchia ha spodestato il dittatore Assad), la dichiarazione di «escludere» l’imposizione del velo alle donne non rassicura. Con la presa di Damasco nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2024 e il conseguente congelamento “temporaneo” che molti in occidente hanno immediatamente applicato a tutte le procedure di richiesta di asilo di siriane e siriani, c’è poco da stare tranquilli.

Quale sarà ora il futuro del Paese? E quale futuro aspetta le donne? Come si comporteranno verso di loro questi fondamentalisti?

Sulle modalità di governo dei Talebani, infatti, basterebbe guardare all’Afghanistan per farsi un’idea di come potrebbero andare le cose: una volta al potere e appena venuti meno i controlli degli osservatori occidentali, le donne hanno immediatamente perduto ogni libertà nonostante gli annunci di rispetto e salvaguardia dei primi momenti.

Intendiamoci: non che il regime di Assad fosse democratico o gentile nel trattare le donne. Ma non basta a dare credibilità, che i ribelli jihadisti, nell’annuncio in video della presa di Damasco, abbiano scelto un dress code che abbandona gli abiti tradizionali e le divise da battaglia per vestire all’occidentale.

Il tempo è galantuomo si dice, basterà quindi attendere qualche mese perché, nelle azioni e nei fatti, si sveli la realtà che va oltre gli annunci tranquillizzanti. Illudersi che potranno essere galantuomini anche i jihadisti al potere, però, è davvero pretendere troppo!

Crediti: Foto di James Lee da Unsplash

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