MEDIORIENTE UN: La guerra è un grande business

GUERRA e PACE (Medioriente) - La Relatrice Speciale delle Nazioni Unite Francesca Albanese pubblica un rapporto che elenca le aziende e i Paesi che guadagnano dall'occupazione israeliana e dalla guerra genocida a Gaza, a cominciare da Usa, Messico e Cina. Ma anche l'Italia. Il Rapporto è datato 16 giugno e si intitola "Dall'economia dell'occupazione all'economia del genocidio". In sostanza oltre a non temere di utilizzare termini come genocidio e apartheid, dice che i produttori di armi, aerei e di tecnologie varie, insieme ad altri attori di diversi segmenti dell'economia, non hanno alcun interesse a una fine di questo conflitto - che tra le altre novità, individua i target da bombardare grazie all'utilizzo delle AI - perché se ne traggono  buoni profitti.

Si tratta di un rapporto dettagliatissimo, condensato in meno di 40 pagine, che nulla ha da invidiare al miglior giornalismo investigativo.

Un documento per tutti fortemente imbarazzante e incredibilmente scomodo, che parla di controllo e scippo delle risorse, dall'acqua al gas alle terre, di distruzione sistematica del paesaggio, di agribusiness e di un coinvolgimento del sistema bancario ed economico globale.

Ci sono infatti aziende arcinote (e non potrebbe essere altrimenti nella nostra realtà globalizzata!) come Microsoft, Amazon, HP, Lockheed Martin, Caterpillar Inc., BP, Chevron, Leonardo SpA (pagina 8) e tante, tantissime altre, in un elenco che ne conta oltre 1650, indicando che sono solo la punta dell'iceberg.

Un rapporto durissimo che rivela in maniera diretta ed efficace come tutte queste realtà siano interconnesse e come siamo di fatto tutte e tutti implicati, da decenni, in questo groviglio che con l'escalation degli ultimi due anni si è fatto purtroppo inestricabile. Poco si potrà fare? Probabile. Ma non potremo certamente mai più dire di non aver saputo o di non aver potuto conoscere. Qui il RAPPORTO integrale.


(Francesca Albanese - Fotoframe by Eva Panitteri)

A seguito di questo Report, gli Usa, noti 'esportatori' di democrazia chiedono la rimozione di Albanese dall'incarico. Gli Stati Uniti, infastiditi dalla relatrice e dal suo rapporto, hanno espresso gravi preoccupazioni al Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres in merito alle attività di Francesca Albanese, quale Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967, invitando o il Segretario Generale a condannarne le attività e a chiederne la rimozione.

Secondo gli Usa il persistere di tali azioni scorrette porta discredito alle Nazioni Unite. Albanese è accusata di virulento antisemitismo (malignant antisemitism) sostegno al terrorismo e pregiudizio anti-israeliano, come se la realtà dei fatti non fosse già sotto gli occhi di tutti.

Come in occasione dei fatti delle Torri gemelle, gli Usa etichettano ogni voce non allineata come una posizione schierata contro, dimostrando come i corsi e ricorsi della Storia si susseguano riproponendo le stesse politiche e visioni miopi e come, nonostante gli evidenti errori del passato, il mondo continui a non imparare mai nulla.

Crediti: Foto di copertina di Nils Huenerfuerst; altra di Bernd Dittrich, entrambe da  Unsplash

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