Editoriale - Perchè DICO si

L’Italia spiegata dall'Istat è sempre più laica e meno cattolica: “nel quadro più generale delle trasformazioni dei comportamenti familiari, sono sempre più le coppie, ormai oltre 500.000, che scelgono di formare una famiglia al di fuori del vincolo del matrimonio”, si alza sempre più -rispetto al passato- l’età in cui si arriva alla data del matrimonio, ci sono più divorzi e più seconde nozze, e sono in aumento le unioni civili. Fuori da tutti gli “ismi” (fanatismi, allarmismi, pessimismi, egoismi) sono diverse le penne e le voci che, pur rifiutando un gergo conflittuale, intervengono a sostegno di scelte che il governo ha inteso per la creazione di una società più giusta e moderna, basata sul rispetto di tutte le esigenze e di tutte le persone.

 

 

A meno che la società non si basi sulla norma della ragione, la vera democrazia è impossibile, perchè non si può governare un paese in disaccordo con i tempi e con il sentire delle persone (anche se qualcuno spera di si). Ma la fotografia dell'Istat all'Italia proprio non vale?

Stando all’impegno incessante profuso dalle gerarchie vaticane per affondare i neonati DICO, parrebbe di no. Fortunatamente si è prodotta, invece, un'attenzione al diritto che in un'onda dall'effetto domino, moltiplica gli interventi a salvaguardia dei principi democratici.

Partendo dall’assunto che la fede sia una scelta libera e di libertà che si manifesta nella vita quotidiana, proprio grazie a tale contesto dovrebbe aggiornarsi e sviluppare nuove radici. Uscendo finalmente dal chiuso -ormai secolare- delle mura di cinta vaticane.

“C’è una tendenza a lasciarsi attrarre dai giudizi superficiali, dagli stereotipi, che ci sottraggono la possibilità di conoscersi” afferma dalle pagine del Corriere (9 febbraio) la Regina Rania di Giordania riferendosi alla sfiducia reciproca che ostacola il dialogo tra Occidente ed Islam.

C’è la stessa pericolosa deriva nel nostro paese, quando a far paura e dividere è un testo il cui incipit recita: “Due persone maggiorenni e capaci, anche dello stesso sesso, unite da reciproci vincoli affettivi, che convivono stabilmente e si prestano assistenza e solidarietà materiale e morale, non legate da vincoli di matrimonio…”

Voi che ne pensate? La parola alle lettrici ed ai lettori: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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