Golpe Turchia: the days after senza donne e senza pietà

Di DACIA MARAINI – Pubblicato sul Corriere.it «La vendetta può chiamarsi giustizia? È questo che vorremmo chiedere al grande comandante Erdogan. Crede davvero che la vendetta purifichi il Paese, rimetta a posto la sua autorità calpestata, e costituisca un atto nobile di esemplare punizione? Non si rende conto che i suoi metodi assomigliano molto a quelli dell’Isis. […] Sta tutto in quel sottile confine la differenza fra storia antica e storia moderna: nell’avere imparato a separare la giustizia dalla vendetta. […] Una cosa che colpisce guardando le fotografie che mettono in evidenza l’umiliazione dei soldati e dei giudici è l’assenza totale di figure femminili. Immagino che la vendetta sia, per il comandante Erdogan, una questione squisitamente maschile, che riguarda chi combatte, chi protesta, chi congiura e chi tradisce. Ma dove sono le donne turche in tutto questo? […] Ankara e Istanbul sono città moderne, dove le donne studiano, si laureano, lavorano, guidano la macchina, prendono la parola. Possibile che siano state messe tutte a tacere? Non ne ho vista una nella folla che inveiva contro i soldati fedifraghi presi a bastonate» (LINK all’articolo completo)

  • Visite: 2332
© 2020 www.power-gender.org
Power&Gender Testata giornalistica online Gestione semplificata ai sensi del'Art. 3bis, Legge 103/2012 Direttrice responsabile: Eva Panitteri