Clienti della prostituzione: chi, perché e cosa fare?

ROMA - Un convegno del Gruppo Abele svoltosi a Torino il 27 e 28 gennaio 2014 ridimensiona la stima degli italiani in cerca di rapporti sessuali a pagamento: non più la cifra di 9milioni circolata fino ad oggi, ma quella più ridimensionata (si fa per dire!!) di 2,5milioni. Impossibile un identikit del ‘cliente tipo’: sono uomini di ogni età, di ogni ceto ed estrazione sociale, di ogni etnia e cultura, sposati, single, preti. Un fenomeno in crescita, soprattutto per la parte che riguarda la prostituzione di strada perché, come spiega Mirta Da Pra, responsabile del ProgettoVittime del Gruppo Abele, “nella cultura italiana, il sesso non è mai stato pienamente metabolizzato: da una parte continua a rappresentare un tabù, ma al tempo stesso, negli ultimi anni, è stato sovraesposto e identificato con una serie di stereotipi di potere, successo e consumo”. Tra i dati più gravi, si segnalano «l’aumento (dal 5 al 12% a seconda dei territori) della ricerca di rapporti con minorenni, come il turismo sessuale, in fase di crescita, che le organizzazioni cominciano a chiamare "turismo cattivo". Gli italiani hanno il vergognoso primato di essere i primi turisti sessuali in Kenya

Nonostante in Italia sull’argomento siano stati trasmessi negli anni messaggi stereotipati, falsati, drogati, annacquati e svuotati dell’attenzione e del rispetto per la persona, anche con giustificazioni paternalistiche e che tendono a minimizzare la gravità di molti fenomeni e comportamenti (come quello della tratta, delle donne e ragazze prostituite forzatamente, delle minorenni con le quali, -consenzienti o costrette- è comunque reato avere rapporti sessuali), Da Pra afferma che “è arrivato il momento di intervenire, smettendola di flagellarsi per non averlo fatto in precedenza. Perché la cosa più importante è agire sui modelli; ed è sui giovani che bisogna lavorare in questo senso".  «La stima di 2,5 milioni e mezzo di clienti è basata sul numero delle prostitute (circa 25-30mila), moltiplicato per il numero di prestazioni giornaliere (circa 10) e i giorni della settimana lavorati. In genere 7 su 7. Una cifra attendibile, visto che gli uomini fanno molta fatica ad ammetterlo e sono restii a parlare di sé Per tutte le informazioni:http://www.gruppoabele.org/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5028

  • Visite: 3189
© 2020 www.power-gender.org
Power&Gender Testata giornalistica online Gestione semplificata ai sensi del'Art. 3bis, Legge 103/2012 Direttrice responsabile: Eva Panitteri