SAMAN ABBAS e la legge che non protegge

FEMMINICIDIO - Saman Abbas voleva essere libera. Invece è stata fatta sparire. Presumibilmente uccisa dalla famiglia, perché colpevole di non accettare un matrimonio imposto in Pakistan. In una chat lo zio, presunto assassino, scrive a riguardo della sparizione: “un lavoro fatto bene”. Il corpo della ragazza si cerca a Novellara, in provincia di Reggio Emilia dove risiedeva la sua famiglia, oggi in fuga. 

Saman Abbas ha 18 anni, è maggiorenne e potrebbe andarsene, ma i genitori le sequestrano i documenti. Lei cerca di recuperarli, li raggiunge e poi resta in casa con loro. Costretta? Volontariamente? Fatto sta che, come riporta Repubblica.it «la mattina del 30 aprile aveva mandato un messaggio vocale al fidanzato, ieri mandato in onda a "Chi l'ha visto?". Era sconvolta: "L'ho sentito con le mie orecchie, stavano parlando di me. Se non mi faccio sentire per più di 48 ore chiama le forze dell'ordine". Saman racconta di aver sentito la madre parlare dell'omicidio come unica "soluzione" per una donna che non si attiene alle regole pachistane. Quando la figlia la affronta per chiedere spiegazioni, la mamma nega: "Non stavamo parlando di te ma di una ragazza scappata in Pakistan"». Come se fare considerazioni simili fosse normale oppure, non riguardando Samaan, meno grave.

Saman non era stata lasciata sola ma quel fatale ritorno a casa evidenzia che qualcosa non ha funzionato. Esiste una realtà delle cose parallela e differente per molte ragazze di seconda generazione che, anche quando sono nate in Italia, per la legge NON sono ancora italiane. E qui la denuncia di associazioni e Casa delle donne evidenzia un altro aspetto, quello che fa diventare cittadinanza e permesso di soggiorno un "ricatto di genere per le straniere. Alloggio, vincolo del reddito e legame familiare diventano un ostacolo anche per chi vuole uscire da situazioni di violenza". E allora bisogna cominciare a immaginare di poter cambiare la legge. (l'Espresso)

Ad oggi, dall'inizio dell'anno, con Saman, si contano già 39 femminicidi. Allora, per tutte le Saman, Italiane, Pakistane, cittadine del mondo sotto lo stesso cielo, è giunta l'ora di agire per prevenire lo spreco di altre vite di donna a causa dell'egoismo e della violenza maschile, di pratiche di vita integraliste e obsolete e della sommatoria di ostacoli, anche burocratici, in cui troppo spesso si impantanano le istituzioni italiane.

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