Il Piemonte aggiorna i consultori: la contraccezione è gratuita

TORINO - I consultori piemontesi potranno a breve fornire gratuitamente alle donne sotto i 26 anni ed alle disoccupate (entro certi parametri) “preservativi, ma soprattutto pillole, spirali, anelli e cerotti a rilascio ormonale utilizzati dalle donne per evitare le gravidanze”. La novità è stata inserita nella legge, approvata in consiglio regionale su proposta di Marco Grimaldi e Silvana Accossato di Leu: “un anticoncenzionale femminile costa tra i 15 e i 20 euro e, sostiene Grimaldi, «non dobbiamo mettere le persone nelle condizioni di dover scegliere tra acquistare un anticoncenzionale o dei beni essenziali per la propria famiglia»”. «La disponibilità di contraccettivi gratuiti, erogati a carico del Servizio Sanitario Nazionale, è condizione necessaria per assicurare il diritto alla procreazione responsabile, con ricadute importanti sulla salute delle donne. Nel nostro, a differenza di altri Paesi europei, come la Francia, il Belgio e la Germania, l'Inghilterra e la Svezia, la contraccezione è interamente a carico delle cittadine e dei cittadini. Non è quindi un caso che l'Italia sia tra gli ultimi, in Europa, nell’utilizzo della pillola anticoncezionale.»

 

Si tratta di una misura preventiva per mettere le donne «nella condizione di scegliere se rischiare o meno una gravidanza, senza dover considerare tra gli aspetti, anche quello economico». FONTE: REPUBBLICA.IT Molti i dubbi della diocesi di Torino, che sull’argomento solleva la propria voce critica, come ci si poteva aspettare, ma senza avanzare proposte concrete; anche qui, come ci si poteva facilmente aspettare. Bolla quindi l’iniziativa come figlia di una “cultura individualista e sessista” dichiarando che così facendo si riduce la sessualità solo ad un “problema di «strumenti materiali» (il profilattico, la spirale, ecc.); escludendo invece qualunque intervento della «filiera educativa» – dalla famiglia, alla scuola, all’associazionismo giovanile.

Pare dimenticare, purtroppo, la diocesi, l’annoso problema della strenua opposizione della chiesa, (ormai storica!) alla trattazione nella scuola di qualsiasi argomento legato alla sessualità, ed offre solo critiche e parole, ad una situazione che, invece, avrebbe bisogno di sostegno tangibile e concreto.

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