Valdesi: una fede moderna

Maria Bonafede è da due anni alla guida della chiesa Valdese. La cinquantaduenne, pastora dal 1984, è la voce del cristianesimo non cattolico nel nostro paese. Aperti ai Dico, all'eutanasia, all'aborto, al divorzio, ai gay ed alla fecondazione assistita, i Valdesi  credono nel confronto con la comunità dei credenti. In un contesto laico, di progresso e di modernità. Un pensiero alternativo alla miscela Vaticano più Cei, "un pò soffocante".

La chiesa Valdese si riunisce in sinodo una volta all'anno; dei Dico devono ancora discuterne a livello "istituzionale" ma la Moderatora della Tavola valdese personalmente li ritiene "una misura positiva, che mette un pò d'ordine tra diritti e doveri di persone che magari vivono insieme da anni".

Quando la chiesa cattolica negava a Piergiorgio Welby il funerale per aver scelto di morire "conducendo una battaglia pubblica senza ipocrisia", la chiesa Valdese offriva una preghiera.

Bonafede andò a fargli visita, per rendersi conto che "Dio magari l'avrebbe chiamato a sé 10 anni prima, ma la medicina l'ha tenuto attaccato alla vita. E allora io mi sento impegnata non a prolungare quanto più possibile la vita ma ad aiutare il morente nell'affrontare la fine con dignità".

I Valdesi non si sentono relativisti, ma credono nel confronto con la propria comunità che si evolve e cresce dentro i tempi moderni, e nella laicità dello stato, da loro difesa "da sempre".

Una chiesa al passo coi tempi, non senza difficoltà nell'accettare  processi di cambiamento, ma dove oggi il 20% dei pastori è donna, come la massima carica.

"Il sacerdozio femminile -dice ancora Maria Bonafede- cambia il mondo e cambia la chiesa. La nostra comunità oggi non è semplicemente più femminile, ma più democratica".

Fonte: Articolo "io i DICO li benedico" di Raffaele Oriani per Io Donna

 

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