ACQUA a secco, OLIO e VINO nello spazio
EMERGENZA CLIMA - Nel corso del vertice a Bruxelles del 28 giugno scorso con il Commissario Europeo all’Agricoltura Janusz Wojciechowski, Coldiretti, per voce del suo presidente Ettore Prandini, ha chiesto alla UE di «sostenere misure strutturali per assicurare la disponibilità di acqua in futuro e la produzione di cibo».
Durante il vertice, dove «si è fatto il punto della situazione sulle problematiche delle filiere agricole a partire dalla drammatica emergenza idrica che ha colpito l’Italia» è stata evidenziata la necessità di «nuovi invasi a servizio dei cittadini e delle attività economiche» per garantire una capacità produttiva che renda il nostro Paese meno dipendente dagli acquisti all’estero, riportando i terreni attualmente incolti a nuova vita. Solo in Italia si potrebbero recuperare circa 200mila ettari.
La siccità, la guerra in Ucraina e gli ancora presenti strascichi economici della pandemia, hanno causato l’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia e la scarsità di varie forniture che, in agricoltura come in altri segmenti e nelle filiere collegate, stanno costringendo centinaia di aziende a lavorare in perdita.
Se in alcuni stati europei, Italia compresa, per la ridotta produzione da parte delle centrali idroelettriche, si sta pensando di derogare ai programmi sulla decarbonizzazione (il cosiddetto obiettivo Net Zero) tornando a un maggior utilizzo di questa risorsa per far fronte alla crisi energetica, pagandola ad un prezzo che è già triplicato, in agricoltura la scarsità di fertilizzanti ci ha fatto chiedere all’Unione Europea di poter tornare a «utilizzare fertilizzanti con nutrienti organici recuperati dal letame» risorsa immediatamente disponibile e tuttavia ancora controversa. Ma per intenderci, non che le deroghe all’uso del glifosato siano meno preoccupanti!
Con tutto il nord Italia agricolo in sofferenza e un conto dei danni causato dalla siccità che sale a tre miliardi, visti i molti fiumi in secca (il Po in prima linea, mai così basso negli ultimi 70 anni!) all’orizzonte si profilano distribuzione dell’acqua con le autobotti, razionamenti e ordinanze dei Comuni per il risparmio e un uso più razionale (e razionato!) dell’acqua.
Quando pensiamo che prodotti come l’olio extravergine di oliva e il vino, quest’anno, sono andati entrambi alla conquista dello spazio, viene da domandarsi, vista la profondità delle crisi idrica ed energetica, se non diventi ancora più impellente rispondere alle necessità che ci segnala nostra madre terra e dare fortissimo impulso allo sviluppo delle tecniche di produzione di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico, biomasse, geotermico e maree), identificando quelle più utili e fattibili. Perché come hanno più volte ricordato gli attivisti e le attiviste di Fridays for Future … there is no planet B! Ovvero, ancora non abbiamo un pianeta alternativo.
This story is part of Covering Climate Now’s ‘Food & Water’ joint coverage week
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