OLIVO Patrimonio da difendere

GIORNATA MONDIALE DELL'OLIVO – Il 26 novembre è la Giornata Mondiale dell'Olivo, Bene culturale immateriale dell'Unesco che celebra un patrimonio, quello olivicolo e un prodotto, l’olio Evo di qualità, che non sono semplicemente agricoltura e cibo ma pezzi di storia e di cultura.
Giuseppe Mazzocolin di Tenuta Fèlsina, produttore di Vino e di Olio EVO, agri-filosofo e agricoltore, un paio di anni fa, parlando di olivicoltura e olio EVO, con la sua consueta appassionata eleganza richiama - tutti - a riscoprire la centralità della terra. La salvaguardia del nostro territorio è centrale e a questo contribuisce l'agricoltura che ne mantiene curate - e vive! - larghe porzioni, grazie anche agli uliveti, che tanto caratterizzano e rendono indimenticabili i panorami rurali italiani.
Nel Manifesto in progress per una nuova cultura dell'olio di oliva di Luigi Veronelli, ricorda Mazzocolin, c’è «la visione di poter restituire all’Italia la padronanza del patrimonio olivicolo del proprio Paese», l'avvio di un percorso di conoscenza e di cultura che coinvolge l’agricoltura e che, come scrisse Veronelli, è “sostenuto da persone che lavorano per la qualità e l’onestà”.
(Foto Doralisa D'Urso - Proprietà riservata)
Un binomio imprescindibile, che prevede in prima battuta il recupero di quel patrimonio di uliveti che per vari motivi sono stati abbandonati e, successivamente, il porre in essere nuove piantumazioni. Una pianta di nuovo allestimento, infatti, quando inizia a dare frutti fornisce in media solo 15Kg di olive. Ci sono invece piante anche ultracentenarie che dovremmo salvaguardare in quanto, sia per il territorio che per la biodiversità, che per la capacità produttiva hanno un’importanza decisiva: «la chioma di un albero ultracentenario crea un’ombra che realizza una riserva d’acqua fondamentale, inestimabile, un bene strategico. Queste piante vanno tutelate» sollecita ancora Mazzocolin.
E' solo dagli olivi e dalle olive di qualità, poi, che si realizza un buon olio. «L’olio di qualità, l’extravergine, è costitutivo del nostro Paese. Ha una centralità assoluta. Sulla tavola, nella cucina, nella quotidianità. Quindi nel produrlo devono esserci attenzione assoluta e un rigore tali che possano permetterci di sostenere anche le ragioni del giusto prezzo. Qui è dove la terra torna ad avere un ruolo incredibile, fuori da qualunque romanticismo o sentimentalismo, perché siamo nel concreto di chi la terra la lavora, di chi sul campo ci sta. E allora la questione che si aggiunge è quella della difesa di un vero patrimonio se consideriamo che l’olivo è il paesaggio italiano».
(Foto Doralisa D'Urso - Proprietà riservata)
Da anni i dati ci dicono che l'Italia produce meno olio di quello che consuma e se vi aggiungiamo i dati sui quantitativi di olio italiano che l'Italia esporta, va da sé che i conti proprio non tornano.
