Tutte le scienziate di ROSETTA

SCIENZIATE - Il giorno 12 novembre 2014 è avvenuto l’accometaggio della sonda spaziale  Rosetta sulla Cometa 67P Churyumov-Gerasimenko. Il lancio di Rosetta avvenne il 2 marzo 2004; in  questi 10 anni Rosetta si è portata a bordo la strumentazione progettata e costruita negli anni precedenti il 2004, strumentazione che  dopo un decennio passato nelle condizioni estreme dello spazio profondo, funziona normalmente.

Si tratta in tutto di venti strumenti, 2 prodotti negli Stati Uniti e 18 in Europa. Nella progettazione dei 18 europei, sono stati coinvolti nove Paesi : Germania, Francia, Italia, Gran Bretagna, Austria, Svezia, Svizzera, Finlandia, Ungheria. 

In Italia sono stati realizzati 4 strumenti.  L'Agenzia Spaziale Italiana (ASI)  ha coordinato il lavoro di quattro università ciascuna con un PI (Principal Investigator): prof.ssa Amalia Ercoli Finzi del Politecnico di Milano; prof. Cesare Barbieri dell'Università di Padova; prof. Fabrizio Capaccioni dell'Iaps (Inaf Roma); prof.ssa Alessandra Rotundi dell'Università Parthenope di Napoli, e di aziende diverse ad elevatissimo livello di tecnologia.  Tre su quattro degli strumenti di precisione sono stati progettati e realizzati da scienziate italiane e dalle equipes da loro dirette: Amalia Ercoli-Finzi, Alessandra Rotundi, Angioletta Coradini.

Amalia Ercoli-Finzi,  professoressa di ingegneria aerospaziale, prima donna in Italia a laurearsi presso il Politecnico di Milano in ingegneria aeronautica, è stata Principal Investigator, cioè la responsabile che ha coordinato il lavoro d’equipe del Politecnico di Milano nel quale opera.

In particolare responsabile della progettazione e realizzazione dello strumento SD2 (Sample Drill and Distribution) sulla sonda spaziale Rosetta. Il “trapano”  SD2 sviluppato al Politecnico di Milano dal suo gruppo di lavoro -  costruito in Italia da aziende ad elevatissimo livello di tecnologia  quali Galileo e  Selex -   analizzerà i campioni di ghiaccio prelevati a 30 cm di profondità nel corpo della cometa.

Ma SD2 non è l'unico strumento imbarcato su Rosetta di cui l'Italia può andare fiera, ci sono anche GIADA (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator), analizzatore di polveri per lo studio delle particelle della ‘chioma’ della cometa,  una  fenomenale  bilancia piezoelettrica capace di pesare i microscopici grani di polvere che si staccano dalla cometa, strumento sviluppato a Napoli presso il Laboratorio di Fisica Cosmica e Planetologia dell'Università Parthenope e dell'INAF - Osservatorio Astronomico di Capodimonte,  sotto la responsabilità della professoressa di fisica Alessandra Rotundi.

Ancora una scienziata per  VIRTIS, (Visible InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer) lo spettrofotometro ad infrarosso per rilevare la composizione chimica e mineralogica della cometa  sviluppato da Angioletta Coradini  astrofisica, direttrice dell’Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario  (INAF-IFSI) di Roma, che purtroppo è deceduta nel 2011 senza poter  vedere i risultati del suo lavoro; questo è il solo strumento che sta attualmente e contemporaneamente funzionando su tre distinte missioni spaziali interplanetarie, infine OSIRIS/WAC (Optical, Spectroscopic, and Infrared Remote Imaging System): OSIRIS è lo strumento principale della missione Rosetta per la raccolta delle immagini della cometa. È composto da due canali: NAC (Narrow Angle Camera), e WAC (Wide Angle Camera), per ottenere rispettivamente mappe ad alta risoluzione del nucleo della cometa,  con una capacità di messa a fuoco da 2 km a infinito e da 1 a 2 km; e per ottenere una mappa panoramica ad alta risoluzione del materiale gassoso e delle polveri nei dintorni del nucleo della cometa.

Il canale WAC di OSIRIS è di responsabilità di Cesare Barbieri  Prof dell’Università di Padova) ed è progettato per lo studio  delle emissioni gassose della cometa sia nel visibile che nella banda U.

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