LUNGAROTTI Tre donne, un successo unico

WINE - Un’antica famiglia la cui storia allunga radici nella cultura agricola del nostro Paese sin dal 1700, vede oggi tre donne alla guida delle sue aziende. Parliamo di Lungarotti che in Umbria, a Torgiano, a partire dagli anni Sessanta, grazie a Giorgio, fondatore dell'azienda vinicola e al successo del suo Rubesco a base di uve Sangiovese, inizia un percorso di crescita e di prestigio nel mondo vinicolo e olivicolo. Oggi, punto fermo nelle realtà dell’enoturismo, Lungarotti è sinonimo tanto di ottimi vini quanto di cultura, turismo, rispetto per l’ambiente e sostenibilità. I vigneti di Torgiano e di Montefalco, le cantine e gli oliveti, accolgono gli amanti delle visite collegate ad esperienze che coinvolgano nella conoscenza di cultura, cibo e vini locali.

A Maria Grazia Marchetti Lungarotti, storica dell’arte e archivista, si devono la creazione del Museo del Vino (MUVIT) inaugurato nel 1974 e del Museo dell’Olivo e dell’Olio (MOO) aperto il primo maggio del 2000. Animatrice del gruppo di fondatori e fondatrici dell’AIMA, l’Associazione Italiana Musei di Agricoltura, nel 1995 viene insignita del Diploma di Benemerita della cultura e dell’arte della Repubblica Italiana. Solo una tra le onorificenze e riconoscimenti che il mondo della cultura del vino e dell’olio continueranno a conferirle. Le Figlie Teresa e Chiara, insieme al nipote Francesco la affiancano nella gestione delle tante dimensioni del Gruppo.

Teresa Severini, tra le prime enologhe d’Italia, ha creato per le cantine di famiglia vini che portano la sua firma fino alla realizzazione della grafica. Fondatrice dell’associazione “Le Donne del Vino”, dal 2007 Vicepresidente di Confindustria Perugia, ricopre numerose cariche in associazioni culturali e di promozione del territorio oltre che di imprenditorialità femminile.

Chiara Lungarotti, Amministratrice delegata del Gruppo, una laurea in Agraria con specializzazione in Viticoltura, guida l'azienda "cosciente del ruolo fondamentale che la cultura del vino e dell’olio d’oliva hanno avuto nello sviluppo della storia umbra e italiana". È Consigliera di Federvini e di Unione Italiana Vini e, come la sorella Teresa, è attivamente presente in numerose realtà culturali di settore.

In questi giorni, il loro Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2016 assurgere agli onori della cronaca, primo nella classifica 2021 dei 100 migliori rossi italiani che la rivista Gentleman stila “incrociando i voti delle sei guide più importanti: Vini d'Italia (Gambero Rosso), I vini di Veronelli, Bibenda (Fondazione italiana sommelier), Vitae (Associazione italiana sommelier), Annuario dei migliori vini italiani (Luca Maroni), e la Guida essenziale ai vini d'Italia (Daniele Cernilli)”.

Chiara Lungarotti, AD, al riguardo dichiara: “Siamo felici di questo bellissimo traguardo che premia il nostro lavoro e quello di tutti i nostri collaboratori. Un riconoscimento che ci spinge a guardare con fiducia al futuro nella speranza che possa essere di buon auspicio per una ripartenza del nostro comparto e di tutto il nostro Paese.” “Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio è sinonimo di Lungarotti. Un vino che negli anni ’60 è stato innovativo: una creatura di mio padre che ne rispecchiava la sua personalità. I vini, infatti, sono espressione di un territorio ma anche di chi li produce, per cui, pur mantenendo la sua identità ha vissuto un’evoluzione. Si può dire che a partire dall’annata 2005 ha cominciato a riflettere l’impronta della nuova generazione della famiglia Lungarotti e il risultato appena ottenuto ci conferma che stiamo procedendo nella giusta direzione”. Impronta di donne.

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