FOOD Troppo in mano alle multinazionali

FOOD - «Si definisce multinazionale qualsiasi società proprietaria di altre società collocate all’estero. Le strutture a cui danno luogo sono definite gruppi Multinazionali.» Le 5 principali multinazionali del cibo sono Nestlè (Svizzera), Archer Daniels Midland (USA), PepsiCo (USA) Wilmar International (Singapore) e JBS (Brasile), occupano in totale, nel mondo, solo 974.979 dipendenti ma insieme fatturano 390.844 milioni di dollari (dati 2021).

Dominano indiscutibilmente il settore quelle dell’alta finanza, quelle, per intenderci che fanno i soldi sui soldi degli altri (credito, scommesse, mercato azionario ecc.) e non sulla produzione o scambio di merci e/o beni tangibili. Le multinazionali che stanno crescendo più rapidamente, tuttavia, sono quelle digitali, con il comparto dell’e-commerce che esprime i maggiori valori di fatturato.

A scattare questa fotografia è il rapporto (dodicesima edizione) Dossier Top 200 La crescita delle multinazionali a cura di Francesco Gesualdi pubblicato lo scorso settembre dal Centro nuovo modello di sviluppo, ente italiano che si occupa di indagine e ricerca sull’economia mondiale.

Più in generale, le prime 200 multinazionali mondiali «controllano il 19% del fatturato di tutte le multinazionali e i loro profitti sono quasi raddoppiati in 10 anni. A questo andamento dei profitti non corrisponde un avanzamento del numero dei dipendenti perché le multinazionali, per risparmiare sui costi di produzione, fanno sempre ricorso al cosiddetto contoterzismo nei paesi in cui i salari sono più bassi» scrive Sara Marsico nel suo interessante articolo Eat the rich. Quanto sono potenti le multinazionali su Vitamine Vaganti.

Per approfondire è possibile scaricare gratuitamente il dossier dal sito cnms.it

Per le foto si ringrazia Unsplash

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