EVOluzione Storia di due frantoiane

OLIO EVO - Frantoio Corazza, Rimini - [Scritto per Vitamine Vaganti 239/2023] Roberta e Francesca Corazza, sorelle e imprenditrici dell’olio, vivono e lavorano a Rimini e oggi gestiscono il frantoio fondato dal padre nel 1959. Con il genitore ancora presente e attivo, il passaggio di gestione e generazione è materia incandescente fatta di mediazioni quotidiane e costanti. Come spesso avviene quando un’impresa da sempre connotata dalla radice maschile passa il testimone a una nuova generazione interamente al femminile.

(Uliveto - Foto di Eva Panitteri)

Luogo di impegno, sacrifici e sottili diplomazie, l’oleificio è dove Roberta, che oggi ha superato i cinquant’anni, lavora sin da quando ne aveva quindici, con una routine che il sabato la vedeva svolgere il lavoro amministrativo anziché uscire con le sue amiche.

Qualche anno dopo, il passaggio definitivo dalla scuola al lavoro, pur avvenendo naturalmente, apre a una stagione di impegno totalizzante che molla un po’ la presa solo quando anche la sorella Francesca entra stabilmente in azienda.

Ma facciamo un passo indietro. A tredici anni, il Signor Corazza (come ancora oggi lo chiamano giocosamente le figlie e rispettosamente lo staff del frantoio), aveva iniziato vendendo pulcini. Un business al quale, quasi per caso, aggiunse la vendita dell’olio prodotto da un conoscente. Vi furono tempi in cui vederlo sfrecciare per le vie di Rimini a bordo della sua moto Guzzi con pulcini e damigiane al seguito era una cosa del tutto normale!

Lavoratore infaticabile, non ci mise molto ad aprirsi un frantoio, ma fare l’olio è mestiere poco romantico e di fatica e le ragazze ricordano il padre (che gestiva felicemente tutto da solo) coi vestiti sempre impregnati di olio. Un olio che lui pazzamente ama nella versione più tradizionale, senza filtraggio e ottenuta da olive cariche e gonfie, raccolte mai prima del 2 novembre.

Oggi che la struttura è moderna, nuova e formale come una sala operatoria (accantonati macine a pietra e macchinari superati), si fanno oli diversi, frutto di una «EVOluzione» come dicono le imprenditrici, che mette insieme alla versione di ieri, una proposta di nuovi oli monovarietali capaci di offrire la qualità che solo tecnologia e perizia delle frantoiane sanno conferire.

Ma se per l’olio oggi i tempi sono difficili, tra crisi economica ed emergenza climatica, anche in passato non sono state sempre rose e fiori: il Signor Corazza una volta venne letteralmente scippato di camion e carico d’olio, un furto da cento quintali che fece tremare azienda e famiglia. A quello che oggi si racconta come un aneddoto, si aggiunge il racconto di più recenti vicissitudini. Come i furti ripetuti, le cisterne i cui rubinetti si aprono nottetempo, da soli, svuotando l’intero contenuto di olio sul pavimento o come quel dipendente sbadato, capace di incastrare irrimediabilmente un camion nuovo in un sottopasso.

(Le sorelle Corazza con il padre - Foto Frantoio Corazza)

«Portare avanti un’azienda significa dedicarsi con tutte le proprie energie, mantenere e costruire sottraendo tempo a sé e alle famiglie, significa affrontare con resilienza tutte le difficoltà e darsi incondizionatamente al progetto in cui si crede, investendo tempo, soldi e competenze».

Ed è esattamente quello che fanno quando nel 2020 si iscrivono a un corso di formazione, prendono il diploma di Sommelier dell’olio e decidono di fare uno scatto in avanti in tutti i sensi, sebbene nei primi anni di lavoro, avessero frequentato solo gli uffici dell’amministrazione, senza quasi mai mettere piede nelle stanze dei bottoni, dei frangitori, dei decanter o delle cisterne.

Innovare a piccoli passi, come solo diplomazia, pazienza e saggezza imprenditoriale femminile sanno fare, significa determinare una crescita di qualità «lavorando affinché l’azienda diventi ancora più solida e con un nome capace di farsi sinonimo di onestà e di eccellenza del territorio».

Determinazione e obiettivi chiari: «l’ambizione è quella di diventare un’azienda leader con coerenza e decisione, mantenendo un punto di arrivo comune, nonostante a volte, essendo in due a gestirla, si vogliano percorrere strade diverse».

Con l’azienda di oggi che «è il risultato di tutte le esperienze del passato» e con il presente che scrive il futuro, l’idea di Roberta e Francesca, a cui piace il proprio lavoro, è quella di affermare la qualità partendo dalla scelta delle migliori materie prime «per evolvere e crescere insieme alla qualità dell’olio».

Una trasformazione che, attraverso l’offerta di un prodotto sempre più curato, vuole lasciare un segno sul suo territorio. In questo senso, allora, diventa importantissimo farlo degustare questo olio EVO, perché assaggiare un prodotto ascoltandone la storia e comprendendone qualità e principi nutrizionali, diventa la chiave per fare anche cultura alimentare.

Qui la differenza si gioca attraverso il gusto e il racconto e sulla capacità di avvicinare al nuovo EVO anche le generazioni più giovani, con degustazioni gratuite, la presenza sui social e nei contesti del cibo importanti, o aprendo il frantoio per le visite delle scuole.

(Premiazione in Comune - Foto Frantoio Corazza) 

Ed è anche per via di tutto questo impegno che il comune di Rimini, lo scorso 8 marzo le ha premiate insieme ad altre imprenditrici, in quanto donne che hanno fatto la differenza nell’ambito professionale. Donne per le donne che hanno “favorito, attraverso la propria impresa, le pari opportunità ed il superamento del divario di genere nel mondo del lavoro”. Un esempio da seguire e giustamente premiare.

https://www.oliocorazza.it/

https://vitaminevaganti.com/2023/10/07/evoluzione-storia-di-due-frantoiane/ 

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