VINO Cultura Made in Italy al Femminile

ORIGINI DEL VINO - LE DONNE DEL VINO [Scritto per Vitamine Vaganti 313-2025] Oggi parliamo di donne nel vino attraverso quell'associazione presentata ufficialmente a Vinitaly 1988, che conosciamo come Le Donne del Vino. Punto di riferimento per la promozione della cultura del vino e del ruolo delle donne nella filiera produttiva vinicola, oggi, con oltre 1200 socie tra produttrici, enotecarie, ristoratrici, sommelier e giornaliste, è un’associazione che rappresenta l’innovazione e la valorizzazione dell'apporto femminile all'enologia.
Non solo di impronta italiana, ma di respiro internazionale, l’associazione presieduta alla nascita da Elisabetta Tognana, oggi è guidata da Daniela Mastroberardino, produttrice campana, una donna che ha ricoperto incarichi prestigiosi in altre associazioni del settore, tra cui la presidenza nazionale del Movimento Turismo del Vino.
Le due presidenze precedenti, invece, hanno visto la guida della toscana Donatella Cinelli Colombini, nota per il suo contributo anche di segno femminista alla valorizzazione del settore enologico nazionale. Con la sua leadership l'associazione guadagna riconoscimenti e influenza a livello mondiale. E tanto per intenderci, è su suo impulso che negli anni Novanta nascono il Movimento Cantine Aperte e il Movimento Turismo del Vino.
In occasione dell’8 marzo, allora, vogliamo parlare di questa associazione, perché oltre a rappresentare una testimonianza quasi quarantennale dell'influenza delle donne nel settore vitivinicolo e della valorizzazione del contributo femminile all'enologia, è una realtà associativa che si impegna attivamente su diversi temi fondamentali, dalla formazione delle giovani generazioni alla promozione della parità nei luoghi di lavoro, dall’informazione puntuale a progetti specifici per la lotta alla violenza di genere.
In tema informazione e comunicazione, dal 2018 l’associazione rafforza la propria voce dando vita all’inserto D-News Il Corriere delle Donne del Vino, una pubblicazione di otto pagine che accompagna con cadenza variabile il Corriere Vinicolo, la versione cartacea del settimanale di Unione Italiana Vini. Un concentrato di notizie, interviste e contenuti con al centro la totalità dei fare e dei saperi delle donne di questo settore, capace di dare visibilità e risalto alle migliori realtà al femminile dai punti di vista produttivo, tecnico, culturale e professionale.
Le Donne del Vino da qualche anno portano negli istituti Turistici e Alberghieri di alcune regioni d’Italia, il progetto di formazione pilota D-Vino, con incontri su temi anche «aderenti ai bisogni dei comparti produttivi» verso i quali le studentesse e gli studenti andranno a cercare lavoro dopo il diploma e dialoghi che sollecitano importanti riflessioni sul tema del consumo responsabile di alcol tra i giovani.
Restando in tema formazione, Essenze di Vite è il progetto realizzato insieme ad Ais, Associazione italiana sommelier e presentato a Vinitaly 2024, che offre a sette studentesse (selezionate in collaborazione con gli Istituti Turistici e Alberghieri), percorsi di formazione gratuita per sommelier.
Siccome «la presenza femminile fra chi si occupa del vino nelle sale dei ristoranti è ancora scarsa specialmente fra i “main chef sommelier”, cioè i manager di strutture grandi» con questa iniziativa si vanno a sostenere le giovani per «trasformare una passione in un lavoro». Oltre a «promuovere la rappresentanza femminile nel settore del vino» e «valorizzare il talento e la professionalità delle donne sommelier», stando a quanto l’associazione stessa scrive in un suo articolo online.
(Foto Tappi di Ning Shi da Unsplash)
In tema di sensibilizzazione sulla violenza contro le donne, negli anni le Donne del Vino hanno promosso e alternato attività significative. Come il Progetto Etico che genera economie da girare ai centri antiviolenza, combinando sostenibilità, economia circolare e solidarietà attraverso la raccolta e il riciclo di tappi di sughero, che vivono una seconda vita nella creazione di oggetti di design.
Come anche il progetto Korale, ideato dalla delegazione calabrese, che ha creato un vino in edizione speciale che unisce il lavoro di diverse aziende a guida femminile, un blend realizzato dall’assemblaggio dei migliori vini prodotti con vitigni autoctoni tra i più emblematici della Calabria come Gaglioppo, Magliocco, Greco Nero, Nerello, Nocera e Calabrese. Una bottiglia, presentata nel 2024 in edizione limitata, capace di farsi portavoce di un forte messaggio di dialogo a partire dal pensiero corale generativo che ne è alla base. I proventi realizzati con questa iniziativa sono andati a sostegno del centro antiviolenza Roberta Lanzino di Cosenza, per un modello inteso come promemoria di sensibilizzazione sulla violenza di genere.
Questo 8 marzo, inoltre, a favore del centro antiviolenza di Rimini Rompi il Silenzio Onlus, la delegazione Emilia-Romagna, su impulso della Delegata regionale Paola Gorgatti, organizza una cena di raccolta fondi presso l’Azienda agricola biologica Podere Dell’Angelo, mettendo all’asta una mistery box contenente una selezione di dieci libri offerti dalla casa editrice romana All Around e una selezione di bottiglie offerte dalle socie di Piemonte ed Emilia-Romagna.
Unendo impegno, sostenibilità, economia circolare e solidarietà, Le Donne del Vino tengono alta l’attenzione del settore su temi e cause sociali importanti e con l'associazione che nel tempo ha perso due colleghe, vittime di femminicidio, molte di queste iniziative vengono loro dedicate. Parliamo di Donatella Briosi, sommelier del Friuli Venezia-Giulia, uccisa dall’ex marito nel 2018 e di Marisa Leo, manager di un’azienda vinicola in Sicilia, uccisa dall’ex compagno nel 2023.
Non è poca cosa, né poca fatica, gestire attività di respiro e impatto nazionale abbracciando ragioni profonde, valori di solidarietà, attenzioni di parità di genere e azioni di responsabilità sociale in un settore, come quello vitivinicolo, ancora a forte connotazione maschile e che, come tutti gli altri ambiti della vita e lavorativi, non è immune alla presenza di violenza di genere, molestie e disuguaglianze.
È anche grazie alle molte collaborazioni che si riescono ad abbracciare temi importanti. Così, quando insieme a Città del Vino e Nomisma Wine Monitor, con Donatella Cinelli Colombini e Dario Stefàno (il papà della legge sull'enoturismo) si realizza la pubblicazione di libri che aprono a un viaggio nell’Italia del vino, iniziano a emergere anche specifici dati di genere.
Siamo dunque di fronte a una volontà profonda di incidere nella Società attraverso quello strumento nobile, l’associazionismo, che consente di utilizzare le proprie posizioni e la propria visibilità per sollevare temi rilevanti e promuovere l'empowerment femminile.
C’è una dimensione immateriale fortemente collegata al vino, alla quale ci si connette grazie ai valori positivi che il vino stesso e ciò che gli sta intorno sono capaci di esprimere. Valori di comunità, di unità, di identità di territorio, per dirne alcuni, che si sono costruiti e consolidati negli anni e che rendono la Cultura del vino estremamente importante.
Oltre il semplice richiamo all’attivismo delle date canoniche contro la violenza di genere, ovvero 8 marzo e 25 novembre, ci sono dunque scelte di campo che si fanno per affrontare strutturalmente questioni fondamentali che riguardano la vita delle donne e delle persone. Un flusso inarrestabile di cultura del vino al femminile nel quale le donne, dall’Italia e dal mondo, fanno confluire da secoli tempo, interesse, risorse, competenze e storie, in un viaggio alimentato dalla passione e dalla determinazione di chi, grazie alla terra e alle radici, crede sempre in un futuro migliore.
Articolo di Eva Panitteri - Scritto per Vitamine Vaganti 313 - Riproduzione Riservata©
Crediti: Foto di copertina di Foto di Helena Lopes da Unsplash
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