NO-LO Vini dealcolati al debutto a Vinitaly

VINITALY 2025 - L’edizione Vinitaly 2025 si è presentata con un programma ricco. Eventi, incontri, degustazioni, masterclass guidate da espert* del settore, talk, seminari, incontri B2B, e i 18 padiglioni tematici notevolmente migliorati rispetto alle ultime edizioni. Il Vinitaly che cambia look, a partire dalla divisione tra business in fiera e winelover in città, propone un interessante calendario di eventi che lascia chi non abbia il dono dell’ubiquità a dibattersi nel dilemma della scelta.
Uno dei temi del momento, quello dei vini dealcolati, anche detti NoLo (NO = senz’alcol e LOW = a basso tenore alcolico) entra per la prima volta nel programma ufficiale della rassegna sia a livello espositivo (nell’area Mixology), sia a livello contenutistico, con il professor Attilio Scienza che insieme a Laura Loreti, giornalista e sommelier, ne ha parlato il 7 aprile nel VIA Advanced Seminar dal titolo NOLO: opportunità o illusione?
Con il mercato che vede nei vini dealcolati #NOLO la chimera di nuove fette di mercato e l’opportunità di attrarre nuovi acquirenti giovani, diventa importante un’accurata disamina del prodotto e del fenomeno, tenendo insieme i punti di vista a favore e quelli contrari.
Ascoltare il fiume in piena di parole e concetti che Attilio Scienza, accademico e tra i maggiori esperti al mondo di vitigni e territori, dedica al fenomeno dei vini dealcolati, è stato illuminante e divertente. In sintesi: se dal lato giovani «sta avvenendo uno spostamento verso target del bere superalcolici» mentre coloro che scelgono il vino «vogliono prevalentemente vini con poco alcol per un qualcosa da mescolare»; se nelle generazioni over 40 «stiamo diventando tutti salutisti»; se alle persone di una certa età «la nostra classe medica come prima cosa toglie il vino», va da sé che il futuro «sarà dei vini a basso contenuto di alcol e non di quelli senz’alcol» e che saranno proprio gli «over 40 coloro che daranno costanza al consumo del vino».
Scienza sottolinea inoltre che le aziende, per andar dietro al «consumatore giovane e agli orientali, che non vogliono sapori amari, aumentano gli zuccheri nei vini, aumentandone il contributo calorico, in un mondo dove però il tema della salute richiede di abbassare l'assunzione di zuccheri».
I vini dealcolati, allora, ci portano in una selva di contraddizioni che non può essere districata solo con le analisi dei trend di consumo dei mercati esteri o americani, perché queste popolazioni, rispetto agli italiani, «seguono modelli alimentari e di vita profondamente diversi».
Eccoci allora a quel paradosso e a quella illusione che i dealcolati stanno portando nel mondo del vino convenzionale. Paradossi che potrebbero risolversi senza più vedere i temi del gusto e della salute in opposizione, se prima delle lavorazioni in cantina (dealcolare è un processo chimico, invasivo e costoso!), si potesse pensare di arrivare a «produrre uve adatte a fare vini a bassa gradazione alcolica».
Insomma, per Scienza, parafrasando Carlo Verdone, nel vino il… “famolo strano” non porta da nessuna parte e il fenomeno dei dealcolati, auspicabilmente, si risolverà in una bolla o in una moda passeggera. Sul tema, infatti, c'è curiosità ma all’assaggio dei dealcolati, secondo uno studio, si avvicinano prevalentemente «le persone astemie o coloro che dopo una bevuta vogliono potersi mettere al volante tranquillamente». Non esattamente -diremmo noi- persone rappresentative di ampie fasce di mercato da conquistare!
Chi conosce Attilio Scienza sa che nel racconto del vino uno dei suoi cavalli di battaglia è la parola Verità. Quella verità che vuole «rendere visibile ciò che è invisibile». Qui, allora, la verità è che purtroppo questi prodotti, nonostante lanci di brand e squilli di trombe di marketing, hanno ancora molta strada da fare.
I NoLo assaggiati, sia che costino 100, 10 o 5 euro, tranne uno, si presentano scomposti (quando non difettati), falsamente odorosi, stucchevoli al gusto e per nulla emozionanti. Nulla a che vedere con il vino come lo conosciamo e poco più di succhi di frutta troppo dolci e diversamente fluidi.
Nei calici, per chi ha voglia di approfondire, abbiamo trovato 5 bollicine e 1 vino fermo, di cui 5 italiani e 1 francese, divisi in 4 bianchi e 2 rossi. Indicate nell’ordine di servizio, ecco di seguito le sei etichette in degustazione, con una loro piccola storia:
- di Villa Sandi - Sparkling Drink Alcohol Free N.V. Un vino realizzato direttamente senz'alcol gestendo la fermentazione (quindi non sottoposto al processo chimico di dealcolazione). Un blend di uve Glera (la base del Prosecco) e un altro vitigno del territorio. Contiene un altissimo contenuto di zucchero (60g/litro) e costa circa 10€ a bottiglia.
- di Varvaglione 1921 - Zero alcohol sparkling N.V. Una bevanda spumante analcolica e aromatizzata della produttrice Marzia Varvaglione (Puglia), realizzata da un blend di vini dealcolati col sistema a colonna rotante e realizzato in Spagna. Costa intorno ai 13€ a bottiglia.
- di Weingut J. Hofstatter - Fischer Zero Riesling Sparkling N.V. Un Riesling realizzato in Germania da uve della Mosella, prodotto con la tecnica del sottovuoto. Contiene un alto contenuto di zucchero (30g/litro) e costa circa 18€ a bottiglia.
- di French Bloom - Alcohol-Free Sparkling Blanc de Blancs Extra Brut, in pratica uno champagne Blanc de Blancs dealcolato, realizzato da uve Chardonnay del sud della Francia (Limoux) e invecchiato in legno, è un prodotto nato da un’idea di due donne, la produttrice di champagne Maggie Frerejean-Taittinger e la sua amica modella, Constance Jablonski. La caratteristica principale di questo prodotto, oltre ai molti aromi aggiunti, è quella di presentarsi al pubblico con costi che oscillano dai 50€ ai 90€ a bottiglia, a seconda di chi lo propone. Un prezzo molto ambizioso per un prodotto di questo genere.
- di Zaccagnini - Tralcetto Rosso 0.0, un dealcolato fermo realizzato da uve Montepulciano d'Abruzzo realizzato per distillazione. Contiene un alto contenuto di zucchero (35g/litro) e costa 7/8€ a bottiglia. Tra tutti l’esperimento più ostico da degustare e valutare.
- di Cantine Riunite & Civ - Riunite Zero Rosso Spumante, un Lambrusco dealcolato realizzato dalla uve Salamino che «va forte in Cina, Messico, est Europa e Germania» e che in Italia si trova in alcuni supermercati. È quello che si esprime con il contenuto zuccherino più alto di tutti (80g/litro) e che si offre al prezzo più popolare, ovvero 4,50€ a bottiglia. Ciononostante è anche l’unico che, come ha affermato il mio vicino di banco alla degustazione, non ti lascia “una bocca devastante”.
Foto: credits Eva Panitteri
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