OLIVIERO TOSCANI Focus su una vita a colori

OLIVIERO TOSCANI - Iconico fotografo e creativo, principe irriverente degli spot più innovativi degli anni Settanta, Ottanta e Novanta e di più d'una campagna shock, Oliviero Toscani ci ha lasciati il 13 Gennaio, all’età di 82 anni e dopo una lunga malattia e una vita... a colori.
Toscani, che ha fotografato migliaia di volti e vissuto diverse vite attraverso le sue molte passioni, era appassionato di enogastronomia, amava la terra e ha voluto vivere da imprenditore agricolo. A Bolgheri, a Casale Marittimo (siamo in Toscana), si trova l’azienda Toscani, una realtà a conduzione biologica dove si dedicava alla qualità del vino e dell’olio EVO, producendo «non solo prodotti agricoli ma qualità di vita», in una realtà che lo faceva pensare e sentire «indipendente dal mondo».
Faceva Olio EVO (blend toscano) e si definiva «un maniaco dell’ulivo». «In quarant’anni ne ho piantati un migliaio. Il mondo non capisce quanto sia importante l’olio di oliva […] mentre è forse l’ingrediente più importante per l’alimentazione e per la qualità della vita. Ci vuole un’educazione. Adesso stiamo capendo che siamo ciò che mangiamo».
Faceva Vino e anche se non pensava di fare il migliore, del suo diceva: qui «esiste la possibilità di fare un vino molto speciale. Perché ho una vigna molto speciale e un terreno molto speciale e credo che questo darà dei risultati. Ho una piccola produzione e la fortuna di non dover vivere col vino, mi permette di sperimentare. […] Il vino per me deve essere un ingrediente di grande piacere e di grande vitalità». Nella presentazione di OT, l’etichetta di Syrah e Cabernet Franc che porta il suo nome, si legge: «Potrebbe sembrare assurdo ma fare il vino non è troppo distante dal fare una fotografia. Sono cresciuto tra le immagini e mi ha sempre affascinato la somiglianza che c’è tra queste due arti».
Nel 2014 Oliviero Toscani aveva collaborato con Slow Food, fotografando i cibi tutelati dai Presidi Slow Food in tutto il mondo per il salone Terra Madre. In quell’occasione, sicuro che sarebbe stata una grande esperienza ebbe a dire: «la fotografia è un mezzo di comunicazione, è uno strumento che permette di documentare la realtà. Il cibo invece è una necessità, qualcosa di atavico che appartiene alla genesi. La fotografia può essere uno dei modi per raccontarlo, per documentare il lavoro umano quotidiano. Per me il cibo è sacro, essenziale e il mangiare è un rito, una cerimonia. La fotografia non può che essere al suo servizio».
E inoltre: «I volti sono paesaggi umani e ognuno di essi ha una particolare bellezza. Insieme possono rappresentare un grande atlante antropologico, una grande fabbrica sociale, un lucido ritratto del tempo. Lo stesso vale per il cibo, che è espressione di libertà, diversità e umanità».
Tuttavia, in tema di spreco alimentare, non poté far altro che aggiungere: «oggi il cibo è drogato. La fotografia ha il dovere morale di raccontare questa contraddizione, di documentare il poco rispetto che hanno i paesi ricchi verso il cibo e, viceversa, le storie positive che ci sono dietro tanti prodotti».
Rimangono di Oliviero Toscani i suoi moltissimi insegnamenti, ma mancheranno al mondo le sue parole e la forza di quel suo vedere unico, sempre pronto a raccontare. E a dissacrare.
Fonti: RSI Radiotelevisione svizzera (2012) e SlowFood Terra Madre secondo Oliviero Toscani (2014)
Crediti: Foto di copertina: Elaborazione grafica di EP per P&G - Riproduzione riservata©
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