Immigrazione e DICO
FAMIGLIE - Molte coppie non sposate da noi sono composte da un cittadino italiano ed un cittadino straniero non comunitario. Negli anni passati la legge vigente ed integrazioni successive tipo "Bossi-Fini", le hanno costrette ad acrobazie ed escamotage per stare insieme. Chi ci è passato racconta storie di permessi per motivi di studio in scuole private, visti per turismo, contratti di lavoro da colf, sanatoria.... Fatiche ed irregolarità (per chi sceglieva la legalità), che hanno coinvolto non solo cittadini dell'Africa -percepiti come extracomunitari per elezione- ma anche di Canada, Polonia, Russia, ed USA. Solo per citarne alcuni.
L'articolo 6 del Disegno di legge, allora, un poco aiuta. Prevede infatti che "il cittadino extracomunitario o apolide, convivente con un italiano e comunitario, che non ha un autonomo diritto di soggiorno, può richiedere il rilascio di un permesso di soggiorno per convivenza. "
Dovesse passare questa legge sui DICO, molte coppie "miste" e non sposate potranno far richiesta di un permesso di soggiorno "per convivenza" ed uscire dal tunnel. Magari anche quelli che -citando una vecchia pubblicità della radio- il tunnel se l'erano arredato! Nel Ddl si parla però di convivenze stabili (ovvero già in essere).
Potranno allora avvalersene nell'immediato coloro che, avendo usufruito di un permesso di soggiorno rilasciato per altri motivi, sono andati a vivere con un italiano/a? In altre parole, potranno allo scadere del primo, rinnovarlo e/o convertirlo in questa nuova veste? Come ci si dovrà regolare se, come frequentemente accade, il convivente straniero è irregolare? Quando il Disegno diventerà Legge urgerà che si ponga mano, con grande attenzione, ad un regolamento attuativo che preveda, sani e chiarisca, tutte le situazioni potenzialmente ambigue. Per non lasciare nessuno indietro. E scongiurare gli abusi.
In Francia la legge sui PACS (Patti civili di solidarietà) introdotta sin dal 1999 offre al convivente straniero di un cittadino francese maggiori possibilità di ottenere un permesso di soggiorno. Nel Regno Unito a fine 2005 entra in vigore la "Civil Partnership" che garantisce all'immigrato gli stessi diritti degli stranieri che si sposano.
Auspichiamo allora che l'Italia, accanto ad una (futura) legge ben fatta, continui a fare bene.
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