Save the children: basse in classifica le donne italiane

ROMA - La fotografia che emerge dal nono Rapporto sullo Stato delle Madri nel Mondo, la pubblicazione annuale di Save the Children sulla salute materno-infantile vede l'Italia al 19° posto "nella classifica delle madri e al 1° nell’elenco dei paesi in cui i bambini stanno meglio". Tra gli "indicatori" per il benessere delle italiane (come donne, non come mamme) la partecipazione alla vita politica o la capacità di avere un reddito. E' analizzando fattori come la parità di genere le tutele alla maternità "che emergono differenze e distanza fra l'Italia e i paesi che hanno guadagnato la testa della classifica."

"Se in Italia la pressoché totalità delle bambine e dei bambini gode di buona salute e di un'adeguata istruzione, non può dirsi la stessa cosa per il Niger, ultimo anche nella classifica per il benessere infantile, dove un bambino su 4 rischia di morire prima dei 5 anni, il 44% dei bambini è malnutrito e solo meno della metà di essi sono iscritti a scuola .

Confrontando la condizione delle mamme e donne italiane, con quella delle mamme e donne svedesi, le distanze maggiori si registrano rispetto alla salute, al ricorso alla contraccezione, alla partecipazione al governo nazionale, alle differenze di reddito con l'uomo. In Italia è il 39% delle donne che fa uso di contraccettivi a fronte del 72% delle donne svedesi. Le donne italiane percepiscono uno stipendio pari al 47% rispetto a quello dell'uomo mentre le svedesi hanno un salario di poco inferiore (pari all’81%) a quello maschile. Per quanto riguarda i benefici per la maternità, una donna italiana in maternità prende l'80% del suo stipendio ordinario, mentre una svedese percepisce lo stipendio pieno. Nel 2008 la partecipazione delle donne italiane al governo del paese è del 17% (questa la percentuale di posti occupati da donne) contro il 47% in Svezia.

L’evidenza che emerge analizzando i dati relativi all’Italia è che nel nostro paese esista una buona tutela per la salute e l’istruzione infantile, ma altrettanto nettamente affiora una sostanziale disparità di genere, che fa sì che il nostro paese si posizioni dietro a nazioni come Slovacchia, Grecia ed Estonia e appena prima di Portogallo, Lituana e Lettonia. Basti pensare che la percentuale di donne che in Italia utilizzano la contraccezione è uguale a quella del Botwana (39%), il rapporto tra reddito femminile e maschile è pari a quello del Benin (0,47), e infine la partecipazione delle donne alla vita politica (17%) corrisponde a quella della Bolivia, Gabon e Nepal."

 

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