FESTA alla CASA Internazionale delle donne

UNA FESTA GIOIOSA è in arrivo alla Casa Internazionale delle Donne, di Roma per la conclusione vittoriosa della vertenza con il Comune di Roma e con l’amministrazione guidata da Virginia Raggi. Grazie alla forza delle donne che insieme hanno sostenuto il valore delle Case delle Donne e alle decisioni del Parlamento che ne ha riconosciuto ruolo e importanza collettiva . E’ giusto riepilogare i punti salienti di questa vicenda perché “alle donne nessuno ha regalato mai niente” e dalle leggi conquistate "si può sempre tornare indietro” come ricordava Miriam Mafai.
A giugno 2016 venne eletta una donna a sindaca di Roma:Virginia Raggi. Era la candidata del Movimento 5 stelle, alla seconda prova elettorale, poiché aveva fatto parte del consiglio comunale uscente. La prima donna “sindaco” di Roma ma anche il primo “ sindaco” (come preferiva essere indicata) che per i successivi 5 anni non parteciperà a nessuna delle numerose iniziative di solidarietà , manifestazioni culturali, eventi internazionali, politici, artistici o letterari della Casa Internazionale delle Donne. Al contrario avvierà una campagna di messa in discussione della stessa esistenza della Casa e della Convenzione con il Comune (scadenza nel 2021) sottoscritta in precedenza con l’amministrazione, che prevedeva il pagamento di un cospicuo affitto comprensivo non soltanto del canone mensile (fissato nel 2002) ma anche del pagamento di canoni che erano stati addebitati alle Associazioni di donne per tutto il periodo pregresso “dell’occupazione” . cioè canoni di affitto calcolati dal 1987 … un impegno gravosissimo in tempi di crescita e di lavoro , ma insostenibile in tempi di crisi.
Le Associazioni consorziate non sempre riescono a far fronte al pagamento totale dell’affitto e scelgono le priorità : continuare ad offrire alle donne e alla cittadinanza sostegno e servizi: informazioni; politica, cultura, solidarietà ; quindi garantire salari e occupazione delle donne che lavorano alla Casa: oneri contributivi e assicurazioni; quindi le spese di gestione : bollette Ama, luce, Gas, Telefoni, pulizie e cura del verde e ogni varia tassa e imposta. Per ultimo pagamento mensile dell’affitto e spesso non interamente. Nel corso di questi anni sono stati versati nelle casse comunali più di 600.000 (seicentomila euro) per affitti; e sono rimaste a carico della Casa le spese di ordinaria e straordinaria manutenzione di uno stabile storico, composto da un’ala del 1600 e una parte del 1800; inoltre la Casa si è fatta carico della custodia dell’intero edificio, affidata de facto e non riconosciuta alle Associazioni. Infatti il Comune dispone di oltre 4.000 metri quadri all’interno del grande palazzo, lasciati vuoti e inutilizzati, non ha mai provveduto ad assegnarli, né li ha messi a bando fino al 2019, e non ha più occupato né utilizzato in questi ultimi 5 anni gli spazi della Commissione delle elette (soppressa) e trasformata dalla sindaca Raggi in “ Commissione di tutti gli eletti” (? di fatto un duplicato del consiglio comunale?). Quello spazio attrezzato e la sala convegni nella quale le elette delle consiliature precedenti effettuavano corsi e conferenze furono abbandonati e di fatto resi un deposito.
La richiesta di sfratto per morosità (parziale) dell’amministrazione Raggi , non teneva conto della valutazione tra l’altro del “ valore economico” dei servizi che le Associazioni rendevano alla città di Roma (valutazione esistente, effettuata da una commissione indipendente voluta dal Sindaco Ignazio Marino che aveva valutato in circa 750.000 euro annui il corrispettivo) né della richiesta di una nuova valutazione da parte dell’ amministrazione. Inoltre non si riconoscevano né servizi e spese di manutenzione nella competenza del Comune proprietario, ma sostenuti dalle Associazioni, e al contempo a livello politico amministrativo le ripetute sostituzioni delle persone incaricate della “ questione “ Casa” spesso non a conoscenza del dossier, o incompetenti, portava a dilatare i tempi, rinviare incontri fissati, accrescere in mancanza di negoziazione, l’ammontare del debito.
Ciò nonostante anche durante la pandemia (dall’8 marzo 2020) con la Casa, le strutture, e tutti i servizi chiusi, le lavoratrici in Cassa integrazione, il Consorzio ha continuato a versare un canone di quasi 3.000 euro mensili al Comune (ma con l’affitto che correva a 8.000 euro mensili ).
Nel frattempo una campagna di disinformazione molto ben sostenuta per tutti questi anni ha continuato ad attribuire alle donne un uso “gratuito e abusivo” di beni pubblici. equiparando la Casa e le donne a ben altre “ occupazioni abusive” peraltro largamente tollerate.
Non erano state sufficienti le lettere di molte delle precedenti amministratrici comunali, parlamentari, già assessore regionali e comunali , sul ruolo, la funzione e l’importanza per l’intera cittadinanza della Casa internazionale delle donne (pubblicata dal Manifesto il 2 agosto 2018); né la lettera aperta alla sindaca Raggi, di Wandana Shiva ,ambientalista di fama mondiale, del 10 marzo 2019 in occasione di Feminism, fiera internazionale dell’editoria delle donne; né l’incontro e il sostegno di artiste attrici e cantanti in una grande festa e raccolta di fondi all’Auditorium Parco della musica di Roma, né conferenze stampa con sostegno delle amministrazioni regionali e delle organizzazioni sindacali, nè la solidarietà nazionale e internazionale a sostegno della Casa.
E intervenuto il Parlamento, con due successivi provvedimenti. Un primo fondo di 900.000 euro, inserito nella legge finanziaria 2020 per ripianare il debito accumulato negli anni per parziale versamento degli affitti nei confronti del Comune di Roma. L’emendamento all’art.24 della finanziaria ha stabilito che “ Al fine di potenziare le politiche in materia di pari opportunità e di riconoscere il valore sociale e culturale del sostegno alle donne, anche alla luce dell’accresciuto ruolo svolto a favore delle donne durante l’epidemia da Covid-19, è finanziata, nella misura di 900.000 euro per l’anno 2020, l’associazione Consorzio Casa internazionale delle donne di Roma, per integrare gli importi destinati all’estinzione del debito pregresso del Consorzio nei confronti di Roma Capitale.
Ed il secondo e più importante riconoscimento per il lavoro delle donne e delle Case delle donne, (ma non solo) su tutto il territorio nazionale , con la cessione in comodato d’uso gratuito dei locali , da parte delle amministrazioni pubbliche, dove svolgere le attività di solidarietà e impegno sociale.
A questo punto, a Consiliatura conclusa, dopo 5 anni e quattro mesi, il 17 settembre 2021, in vista delle prossime elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre, a un anno di distanza dall’approvazione da parte del Parlamento del fondo di 900.000 euro, dopo aver tentato ancora una volta nel mese di marzo 2021 di “ mettere a bando” il complesso del Buon Pastore, finalmente il Campidoglio e il “sindaco” Raggi (che si ripresenta per la terza volta), fanno sapere che ai sensi dell’art.1, commi 1135 e 1137, della legge 30 dicembre 2020, n.178 “ la Giunta ha approvato la delibera che autorizza il comodato d’uso gratuito per l’utilizzo del complesso monumentale del “ Buon Pastore” da parte della Casa Internazionale delle Donne.
La convenzione avrà la durata di 12 anni e gli spazi assegnati coprono una superficie di 4.000 metri quadri . La Casa ha saldato “quasi tutto il debito pregresso” mentre la parte restante verrà corrisposta a partire dal 1 gennaio 2022.
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