AGROREATI Essenziale vigilare sulle filiere

SICUREZZA ALIMENTARE - Camera  dei  deputati  e  Senato il 18 maggio hanno approvato definitivamente la disciplina sanzionatoria in materia di sicurezza alimentare: votando a favore, 208 tra senatori e senatrici (22 astenuti, nessuno contro) hanno reso possibile scongiurare la depenalizzazione di una serie di illeciti in campo alimentare, introdotti presumibilmente da un “vizio procedurale” che stava per abrogare la legge n. 283 del 1962 e tutte le sue successive modifiche.

Parliamo della cosiddetta legge alimenti nella quale, per fare un esempio, l'articolo 5 rappresenta «la base normativa per la prevenzione e la repressione penale degli illeciti alimentari, in quanto vieta l'impiego, la vendita o la somministrazione di sostanze alimentari e bevande che siano: a) private anche in parte dei propri elementi nutritivi o mescolate a sostanze di qualità inferiore o comunque trattate in modo da variarne la composizione naturale, salvo quanto disposto da leggi e regolamenti speciali; b) in cattivo stato di conservazione; c) con cariche microbiche superiori ai limiti stabiliti dal regolamento di esecuzione o da ordinanze ministeriali; d) con aggiunta di additivi chimici di qualsiasi natura non autorizzati con decreto del Ministro per la sanità o, nel caso che siano stati autorizzati, senza l'osservanza delle norme prescritte per il loro impiego».

Scongiurato il pericolo, l’accaduto può essere facilmente ripercorso attraverso gli interventi nel resoconto stenografico della seduta in Senato n. 327 del 18/05/2021.

«Durante la presentazione in Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome dello schema di decreto legislativo che recepiva le disposizioni del Regolamento europeo 15 marzo 2017, n. 625 di applicazione delle norme di sicurezza per la filiera agroalimentare, si è palesato un testo non conforme a quello presentato alle Camere, che comprendeva l'abrogazione di una serie di divieti nel processo di trasformazione, conservazione e commercializzazione di prodotti alimentari e le relative sanzioni penali per i trasgressori. Ovvio, quindi, che, in nome di quella sicurezza alimentare di cui spesso ci vantiamo come Paesi ai primi posti su questo tema, il tutto doveva essere prontamente ripristinato». [Gisella Naturale, M5S, Componente 9^ Commissione Agricoltura]

«Nella sostanza, venivano eliminati tutta una serie di controlli e di sanzioni importanti per la salute pubblica, quindi anche oltre il concetto del consumatore. Mi riferisco, ad esempio, alle sanzioni per la vendita di alimenti privati di elementi nutritivi, oppure in cattivo stato di conservazione, oppure con microbi di vario genere come additivi chimici, oppure per la vendita di alimenti insudiciati con parassiti, alterati, tossici. Era stata anche tolta la possibilità di chiudere gli stabilimenti e non era più considerata illecita, ad esempio, l'omissione di determinate indicazioni importanti per capire anche l'origine, come giustamente ricordava la senatrice Rizzotti nel suo intervento, quindi a notevole detrimento della difesa del made in Italy». [Fiammetta MODENA, Gruppo FIBP-UDC]

«Restano però alcuni interrogativi, come ha detto qualche collega che mi ha preceduto. Per esempio, le disposizione contenute nel decreto legislativo n. 27 da dove arrivano? Non erano contenute nella bozza di decreto-legge varato dal Governo il 20 ottobre 2020, diramato dall'Esecutivo alle Commissioni parlamentari per i pareri prescritti. È quindi lecito chiedersi chi realmente ha tentato di abrogare le disposizioni preventive a tutela della salute dei cittadini in un campo così importante come la sicurezza degli alimenti […] Per evitare che in futuro accadano simili episodi, si chiede al Governo di istituire al più presto un tavolo sulla sicurezza alimentare che veda come protagoniste le associazioni dei consumatori. Tutelare gli alimenti e soprattutto quelli di provenienza del nostro Paese, significa tutelare anche il made in Italy» [Rosa ABATE, Gruppo misto, Componente 9^ Commissione Agricoltura]

Fortunatamente dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale l'11 marzo e la successiva mobilitazione anche della società civile per scongiurare il pericolo di depenalizzazione di tutti i divieti previsti dalla legge del 1962, pensati e predisposti a protezione della salute pubblica, si è potuta raddrizzare la barra e rimediare all’errore il giorno prima che il provvedimento entrasse in vigore.

Alla Camera, segnala l’On. Mino Tricco, PD, Componente 9^ Commissione Agricoltura «è in corso di attuazione un provvedimento che riscrive tutto il quadro dei cosiddetti agroreati. Credo sia una cosa buona, perché le norme sono comunque datate: stiamo parlando del 1962, quindi il mondo è un po' cambiato».

Una vicenda che, alla fine, rappresenta un esempio interessante di come una crisi possa trasformarsi in prospettive di rinnovamento e ricerca di  opportunità nuove per il bene del Paese e del Made in Italy eno-agro alimentare.

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