NATALE Tra povertà e spesa al discount

CIBO & POVERTA' - Sono quasi 3 milioni coloro che per Natale quest'anno, in Italia, chiederanno aiuto per poter mangiare, in aumento del 12% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La tavola in festa non è per tutti e – come sottolinea Coldiretti – in Italia si «sta vivendo un’emergenza sociale senza precedenti dall’ultimo dopoguerra con il numero dei bambini sotto i 15 anni bisognosi di assistenza per mangiare che ha superato quota 600mila, ai quali vanno aggiunti 337mila anziani sopra i 65 anni e 687mila migranti stranieri.

Fra i nuovi poveri, anche coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività colpite dalle misure contro la pandemia Covid e dal balzo costi dell’energia con il caro bollette».

(foto Eva Panitteri)

Per le feste di Natale saranno molte le persone che si rivolgeranno al sostegno offerto dai pacchi alimentari o alle mense Caritas. Se non è dato sapere quante siano le persone sostenute almeno in parte da quel reddito di cittadinanza che presto, per alcune, potrebbe venire a mancare, grazie ai dati di Wired Italia sulle tendenze relative al settore food, sappiamo che «il 94% degli intervistati pone più attenzione allo spreco del cibo, il 63% vuole uno stile di vita - e quindi anche un regime alimentare - più sano, ma solo il 6% segue una dieta vegana o vegetariana.

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Il 41% vorrebbe che un prodotto non sostenibile venisse sintetizzato in laboratorio, ma il 77% si fida solo dei prodotti naturali.  Per quanto riguarda il lifestyle, il 66% degli smart workers cucina in casa, il 40% degli intervistati, invece, prepara in casa i pasti che consuma fuori casa. Infine, il 70% vuole che la sua vita sia più semplice, ma solo il 21% dedicherà più tempo a cucinare nei prossimi mesi».

Sono questi alcuni dei dati presentati a fine novembre al convegno Wired Trends 2023, dove produzione sostenibile, riciclo, tecniche di miglioramento genetico, coltivazioni verticali, raccolta differenziata, risparmio energetico, cibo sintetico, sono stati alcuni tra gli argomenti discussi.

Tutti temi da considerare e sviluppare. Tuttavia, il problema della povertà alimentare rimane spesso un tema non affrontato. In Italia come in ogni altro Paese e se nella vita di tutti i giorni guardare avanti è necessario e doveroso, meglio però farlo rimanendo connessi e consapevoli, senza allontanare lo sguardo da quelle realtà di povertà e difficoltà che sono sotto i nostri occhi.

 

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«Il caro prezzi taglia del 3,8% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel 2022 che sono però costretti però a spendere comunque il 4,3% in più a causa dei rincari determinati dalla crisi energetica.» È quanto emerge dall’analisi Coldiretti nei primi dieci mesi del 2022 su dati Istat. «La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare nei primi dieci mesi un balzo del +10,1% nelle vendite in valore, il più elevato nel dettaglio. Il risultato dei discount – precisa ancora Coldiretti – evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo» rinunciando anche alla qualità.

Rinunce differenziate per età, fascia di reddito e composizione del nucleo familiare, che toccano gli acquisti di vini, salumi, formaggi e dolci.

(foto Eva Panitteri)

Come scrive il Redattore Sociale, «sostenere le famiglie e le persone in difficoltà economica deve essere una indiscutibile priorità per chiunque abbia a cuore il benessere del nostro Paese». Lo affermano in una nota, Caritas Italiana e Ufficio nazionale per i problemi sociali e lavoro della Cei, ricordando che «occorre garantire alle persone in povertà una misura di sostegno, come accade in tutti i Paesi europei, nel rispetto della dignità di ciascuno. L’auspicio è che si possa creare uno spazio comune e partecipato di confronto e dialogo per migliorare e adeguare lo strumento del Reddito di Cittadinanza». 

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