CLIMA e aumento dei prezzi degli alimentari

CIBO & CLIMA - [#coveringclimatenow] - Il principale risultato della COP27* porta in questa fine d’anno un accordo storico: l’istituzione di un fondo destinato ai Paesi più esposti agli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici. Ristori per affrontare perdite e danni (loss and damage) derivanti dai cambiamenti climatici causati dal riscaldamento globale, ovvero dalle emissioni dannose rilasciate nell’atmosfera per anni dai Paesi più industrializzati. Ancora da decidere quali saranno i Paesi che conferiranno le risorse e quali quelli che, invece, vi potranno attingere. Tuttavia, il dado è tratto!
Ma come sono effettivamente connessi aumenti dei prezzi dei generi alimentari e crisi climatica? Non sono infatti solo le conseguenze delle guerre e delle crisi energetiche a incidere sugli aumenti che pesano sulle nostre tasche e sulle nostre tavole.
Un articolo di Mark Schapiro pubblicato su Capital & Main del 29 novembre 2022 (di cui di seguito si riportano alcuni stralci), mostra le connessioni attraverso esempi che riguardano alcuni dei prodotti che portiamo con più frequenza sulle nostre tavole: il grano e il caffè.
«Un articolo del 2018 sull'International Journal of Climatology ha concluso che tra il 1981 e il 2010, i cambiamenti climatici globali hanno contribuito a ridurre le rese medie di mais, grano e soia rispettivamente del 4,1%, 1,8% e 4,5%, rispetto a quelle che sarebbero state le rese senza quei cambiamenti climatici innescati dai gas serra.
"La volatilità dei prezzi alimentari - segnala la FAO - rischia di essere esacerbata dai cambiamenti climatici". Siamo meno distanti dalle nazioni "soggette a fenomeni estremi" di quanto pensiamo e anche le regioni agricole degli Stati Uniti stanno vivendo fenomeni simili.
Almeno il 60% delle varietà di caffè sono "a rischio estinzione" a causa dell’aumento delle temperature in Etiopia e in altri paesi dell'Africa orientale che stanno sperimentando, su economie già fragili, anche il feroce impatto di queste perturbazioni climatiche.
Analogamente, in Guatemala, temperature più elevate e scarsità di precipitazioni hanno decimato i raccolti di caffè ed entro il 2050, il numero delle regioni del mondo adatte a tale coltivazione diminuirà del 50%.
E siccome dove c’è una contrazione dell'offerta c’è inflazione, in molti luoghi degli Stati Uniti i prezzi del caffè sono già aumentati fino al 40%, in gran parte a causa di condizioni meteorologiche estreme come poca pioggia e troppo caldo.
Per i giornalisti ci sono prove sufficienti per suggerire che sia tempo di identificare almeno una delle cause dietro l'aumento dei prezzi dei generi alimentari - che non scaturiscono da misteriosi flussi dei mercati - nelle condizioni create dal nostro uso di combustibili fossili e dalla continua resistenza dell'industria dei combustibili fossili ai limiti del proprio inquinamento».
In altre parole, i mercati alimentari sono influenzati dai nostri consumi, i cui costi, a loro volta, sono influenzati dai nostri stili di vita, che a loro volta, moltiplicati per diversi miliardi di esseri umani, producono quei cambiamenti climatici che sono la causa delle devastazioni che abbiamo visto avvenire sempre più di frequente negli ultimi dieci anni.
Nonostante possa sembrare di esserci precipitati con le nostre mani in un angosciante circolo vizioso, tutte e tutti abbiamo ancora il potere di incidere positivamente per ridurre l’impatto che abbiamo sull’ambiente e cercare così di contenere gli aumenti dei costi di produzione e vendita del cibo. Ridurre è la parola.
(foto di Markus Spiske - Unsplash)
Ridurre lo spreco alimentare, ridurre anche solo di pochissimo i nostri consumi in generale, risparmiare l’acqua e, cosa non da poco, rispettare il suolo. Un gesto apparentemente piccolo e al contempo enormemente significativo consiste nel non gettare via la terra: è un bene prezioso che non si ricrea. Allora la terra nei vasi delle piantine che sono appassite, non buttiamola nella spazzatura. Versiamola invece in una nuova fioriera o svuotiamola al giardino o nell’aiuola più vicina per restituirla al ciclo della natura. Perché oggi, è proprio il caso di dirlo, ogni granello conta.
*COP 27 Conferenza delle parti, ovvero delle nazioni che hanno firmato la convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici
Leggi qui l’articolo di Mark Schapiro su Capital & Main del 29 Novembre 2022