LIBRI In piazza a Cattolica Intervista con l'autrice

BOOK LAB - Pasqua a Cattolica - Gusto di Vivere è la tre giorni di cultura con focus sull'olio EVO, che ospita spazi dedicati al vino, alle degustazioni, alla cultura e ai talk, con momenti di libri, musica e molto altro ancora, promossa dal Comune di Cattolica – Assessorato al Turismo, Commercio e Grandi Eventi e realizzata con CNA Rimini in collaborazione con ProduciAmo Romagna. 

In Piazza Primo Maggio, cuore dell'evento, dal 19 al 21 aprile 2025 oltre alle degustazioni di olio EVO al bicchiere con le Masterclass condotte da Maurizio Saggion, si terranno due presentazioni del libro GenerAzioni in Campo Radici e Percorsi del Vino al Femminile, con l'autrice Eva Panitteri, alla quale abbiamo fatto alcune domande.

Non è la prima volta che presenti questo libro in una piazza. «Vero! È bello quando la cultura riempie uno spazio pubblico. Abbiamo bisogno di far uscire i nostri discorsi, i nostri incontri, le nostre socializzazioni dal chiuso del web e dei social per riportarli nella vita reale, nel dialogo a tu per tu con le persone.

Con un format simile ci sono già stati due incontri la scorsa estate: uno a Roma nell'ambito della rassegna Libri in strada, ideata da Tonino Puccica di Enoteca Letteraria e uno a Scanno, nell'ambito del Ju Book Festival, ideato e curato da Eleonora De Nardis. In entrambe le occasioni però abbiamo dovuto fare dei cambiamenti al programma per via della pioggia... Speriamo invece che questa Pasqua a Cattolica ci regali delle belle giornate di sole!».

(credits: foto di EP per Power & Gender)

Questo libro che parla di donne che fanno vino, donne di ieri e soprattutto di oggi, da dove nasce?  «Direi che viene da lontano, che nasce dal desiderio, dall'esigenza, di mettere insieme storie che ho incontrato che senza questa raccolta sarebbero rimaste solitarie e sparpagliate.

Non è certamente un libro che include l'intera araldica del vino al femminile, ma comunque è un primo passo per raccontare quello che è stato e che è ancora oggi l'apporto delle donne al mondo del vino, narrato da un diverso punto di vista, con uno sguardo e un sentire più vicino.

In generale si parla poco del contributo della componente femminile alla società, alla politica, al lavoro... «Si, storicamente e culturalmente abbiamo dedicato spazi minuscoli allo sguardo delle donne in tutti gli ambiti. Ma se fare cultura, come ci suggerisce anche l'origine latina della parola, significa  “coltivare” un qualcosa, l'intento di questo libro, sin dal titolo, è proprio quello di ampliare gli spazi del racconto della vita delle donne del passato e del presente. Piantando un seme capace di far germogliare un interesse diverso nei confronti del femminile.

Non serve molto per dimostrare che le donne non vivono -e non hanno vissuto- solo entro gli antichi ruoli di ieri, o per farsi ammirare da occhi maschili. Qui si parla di donne attraverso il loro lavoro, liberando le loro figure dagli stereotipi dei ruoli e dei linguaggi e da narrazioni finto-romanzate. Si parla, insomma, del loro sguardo differente, rendendole protagoniste».

In che cosa consiste lo sguardo differente di queste protagoniste? «Vediamo come posso dirlo senza spoilerare... Immaginare un vino, strutturare un vigneto, migliorare le pratiche di cantina, condurre un'attività imprenditoriale, comporta scelte, conoscenze e interessi profondi e un preciso progetto di sé. Tutto questo ci racconta di identità complesse, dove la differenza sta nella fonte, nell'identità, nell'essere donne. Tutte le intervistate ce lo raccontano, manco si fossero messe d'accordo: i fare del vino che si avvalgono dello sguardo delle donne -e per sguardo intendo il contributo del pensiero creativo del femminile- esprimono un risultato di conoscenze e di esperienze che sommate insieme danno un valore che va oltre la semplice somma di questi addendi.

In altre parole significa che dentro ogni bottiglia di vino si trovano lo stile e il pensiero della sua produttrice. La sua perizia, la sua vigna, le sue scelte, tutto condensato e riassunto in un sorso. I vini delle donne sono fortemente identitari, a maggior ragione dove le nuove generazioni hanno preso le redini di un'azienda familiare avviata da un nonno o da un padre. Perché vogliono sottolineare quel passaggio di testimone.

(credits: foro di Elise Coates da Unsplash)

Ma lo stesso discorso non potrebbe valere al maschile? «In termini generali è certamente così, anche se rimangono alcune differenze sostanziali. Tuttavia, la scelta di un focus sulle produttrici nasce per fare emergere il fatto che esiste un pensiero femminile e che è differente da quello maschile. Un lato spesso invisibile, che diventa visibile chiedendo loro di raccontarsi a partire da quegli aspetti che di solito si diluiscono in un racconto familiare centrato sulle storie degli uomini. I libri servono anche a questo: a raccontare storie diverse sollecitando punti di vista meno consueti».

Troviamo molti nomi eccellenti di donne del vino del passato, ma con profili appena accennati. Perché?  «Come per il discorso su maschile e femminile, anche le donne di ieri che abbiamo affiancato alle produttrici hanno uno scopo preciso: quello di lavorare come metafore, di dare corpo e struttura al nostro racconto delle produttrici di oggi, senza far prevalere le donne di ieri. Richiamiamo nomi di donne del vino interessantissime e con successi importanti, come Madame d’Yquem o Veuve Clicquot, delle quali sarebbe stato bello approfondire maggiormente le storie, ma che abbiamo invece scelto di lasciare sottotraccia, come radici, affinché presenti ma non protagoniste, potessero sostenere le donne del vino di oggi».

Per chi desidera saperne di più, di seguito indichiamo i nomi delle 15 donne e dei 3 uomini intervistate/i in questo libro.

1) Donatella Cinelli Colombini, Past President Associazione Nazionale le donne del Vino;
2) Daniela Scrobogna, Docente Fondazione Italiana Sommelier e AISO, Master Sommelier;
3) Ruenza Santandrea, prima donna Presidente del consorzio dei vini di Romagna;
4) Marisa Fontana, ricercatrice, enologa, vitologa, esperta in biodiversità;
5) Giovanna Madonia e Miranda Poppi - Azienda GIOVANNA MADONIA (Bertinoro, FC Forlì-Cesena);
6) Graziella Pezzi - Azienda FATTORIA PARADISO (Bertinoro, FC Forlì-Cesena);
7) Francesca Zanetti - Azienda Agricola LA MANCINA (Valsamoggia, Bologna);
8) Paola Gorgatti - Azienda Agricola LA MADONNINA (Langhirano, Parma);
9) Milena Falcioni e Angelo Bianchi - Azienda Agricola biologica PODERE DELL'ANGELO (Rimini);
10) Julia e Giuseppe Prestia - Tenuta VENTURINI BALDINI (Quattro Castella, Reggio Emilia);
11) Chiara Condello - CONDÈ (Fiumana, Predappio, FC Forlì-Cesena);
12) Silvia Zucchi - Società Agricola ZUCCHI (San Prospero, Modena);
13) Monica Cirinnà ed Esterino Montino – Azienda Agricola biologica CAPALBIO Fattoria (Capalbio, Toscana);
14) Aida Capone Imperatori – General manager HOTEL IMPERATORI (Roma).

 

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